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Vitalizio per Caligiuri, ma non ne aveva diritto

REGGIO CALABRIA Da pensionato d’oro a esodato. Era davvero un sogno: lavorare pochi anni per poi ricevere un vitalizio per sempre. Che pacchia, che privilegi. Grazie, Mamma Regione. Solo che, a un …

Pubblicato il: 07/03/2016 – 17:19
Vitalizio per Caligiuri, ma non ne aveva diritto

REGGIO CALABRIA Da pensionato d’oro a esodato. Era davvero un sogno: lavorare pochi anni per poi ricevere un vitalizio per sempre. Che pacchia, che privilegi. Grazie, Mamma Regione. Solo che, a un certo punto, Mario Caligiuri si è svegliato, il corpo tutto pervaso da quell’amarezza che sempre riservano le dolci esperienze oniriche. Puff, e i 2.800 euro al mese non ci sono più. Svaniti, revocati, mai esistiti.
L’ex assessore regionale della giunta Scopelliti, subito dopo la fine del suo mandato, scaduto nel 2014, aveva fatto richiesta e poi ottenuto il vitalizio riservato a tutti i consiglieri regionali della Calabria, così come stabilito dalla legge 3 del ’96, diritto poi abrogato nel 2011. Caligiuri – come riportava il relativo provvedimento pubblicato sul Bollettino ufficiale della Calabria – avrebbe dovuto percepire quasi 3mila euro ogni 30 giorni, in virtù di un’esperienza di meno di quattro anni in Regione. Troppo bello per essere vero.

STOP AL VITALIZIO E infatti le cose sono andate diversamente: il consiglio regionale ha prima sospeso e infine revocato l’assegnazione del vitalizio per il professore oggi in servizio all’Unical. Per un motivo semplice semplice: non aveva e non ha i requisiti per riceverlo. E questo perché una legge regionale, la 7 del 2010, aveva cancellato questo privilegio per gli assessori esterni, cioè quelli non eletti in consiglio regionale. Proprio come Caligiuri, che non si era misurato nelle urne ma era stato “chiamato” a corte, ovvero in giunta, dall’ex governatore Scopelliti, che gli aveva affidato l’assessorato alla Cultura.

L’ISTRUTTORIA Superficialità, svista, mero errore burocratico che ci può stare? Le certezze sono poche. La prima è questa: Caligiuri ha ufficialmente richiesto il vitalizio. La seconda: l’ex segretario generale Pietro Carlo Calabrò gliel’ha concesso, malgrado una legge lo impedisse. Poi il retrofront finale (con tante scuse?), avvenuto in seguito a un’istruttoria promossa dal dirigente dell’ufficio Personale del Consiglio, Maurizio Alessandro Praticò. E Caligiuri – che comunque fino a quel momento non aveva incamerato nemmeno una mensilità – si è così ritrovato senza pensione. Un incubo. Roba da maledire la Fornero di turno. Proprio vero: non ci sono più i vitalizi di una volta. E nemmeno i politici si sentono tanto bene.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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