Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

Coprirono il branco che stuprava una tredicenne, religiosi condannati

REGGIO CALABRIA Quando sono stati chiamati a testimoniare, con le loro bugie e i loro silenzi hanno tentato di proteggere il branco che per anni ha inflitto angherie e violenze all’allora tredicenn…

Pubblicato il: 08/03/2016 – 14:23
Coprirono il branco che stuprava una tredicenne, religiosi condannati

REGGIO CALABRIA Quando sono stati chiamati a testimoniare, con le loro bugie e i loro silenzi hanno tentato di proteggere il branco che per anni ha inflitto angherie e violenze all’allora tredicenne Anna Maria Scarfò, per questo la Corte d’appello di Reggio Calabria ha confermato la condanna a un anno di reclusione per don Antonio Scordo, e suor Mimma Rizzo. Al sacerdote, Anna Maria si era rivolta in cerca di aiuto e conforto dopo il primo degli innumerevoli subiti dai rampolli delle famiglie di ‘ndrangheta del paese, ma da don Scordo ha ricevuto solo l’invito a non creare scandali e a rivolgersi a suor Mimma Rizzo, per fare un test di gravidanza. La ragazza, all’epoca appena tredicenne si piega, perde il coraggio e la voglia di denunciare. Per ritrovarla ci vorranno tre anni, durante i quali Anna Maria verrà picchiata, stuprata e abusata dal branco, di recente condannato in via definitiva per quelle violenze. Una condanna che di certo non è stata raggiunta grazie alle testimonianze dei due religiosi. Quando l’ex parroco di San Martino di Taurianova e la suora sono stati infatti chiamati in tribunale a raccontare di quella prima richiesta di aiuto da parte di Anna Maria, hanno taciuto quello di cui erano a conoscenza e hanno dichiarato il falso. Per questo sono stati – entrambi – condannati in primo grado e oggi in secondo. Ma le disavventure giudiziarie di don Scordo, non gli hanno impedito di fare “carriera”. Nel settembre 2014, consiglio presbiterale della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, guidato dal vescovo Monsignor Milito, aveva “promosso” dalla piccola parrocchia di San Martino di Taurianova alla guida del Duomo di Gioia Tauro. Una nomina che ha fatto indignare cittadini, associazioni e collettivi, primo fra tutti “Autono – mia” – aggregazione femminista reggina, da sempre schierata in difesa delle donne e vicina ad Anna Maria Scarfò nella sua lunga battaglia processuale. Nonostante proteste e manifestazioni, e persino un incontro di una delegazione della collettiva con il vescovo, don Antonio Scordo è rimasto fino ad oggi al suo posto.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x