COSENZA Continua, in vista delle imminenti elezioni amministrative, la diatriba tra il Pse cosentino, che fa riferimento a Enzo Paolini, e il gotha del Pd che ha scelto di appoggiare la candidatura di Lucio Presta. «Ecco svelato tutto – si legge in una nota del Pse che mette insieme le dichiarazioni rilasciate in occasione della visita in Calabria del vicesegretario nazionale del Pd – dalle parole di Adamo e Guerini: “A Roma eravamo tutti d’accordo su Presta” (Adamo). Dunque, è chiaro – sottolinea il Pse – come il Pd intende il rapporto con i suoi elettori: si decide a Roma cosa si deve fare a Cosenza; “Le primarie non servono se c’è forte condivisione” (Guerini). Appunto: ancora aspettiamo i documenti – commenta l’area Paolini – che dimostrino la forte (ma anche la debole) condivisione. Al momento a noi risulta che nessuna condivisione ci sia mai stata né nella coalizione né nel Pd se è vero che due segretari di circolo non sono stati neanche consultati».
L’elenco continua: «”Se le primarie possono non farsi ma Presta non va bene non si va da nessuna parte” (Adamo riferito a Ncd). Quindi per loro – osserva il Pse – non solo le primarie non devono farsi quando lo decide il Pd (a Roma) ma per di più occorre essere per forza d’accordo sul loro nome altrimenti “non si va da nessuna parte”. Secondo Adamo l’ Ncd non può essere alleato a Milano e non esserlo a Cosenza. Forse non è sbagliato ricordare all’esponente del Pd che pretendere le stesse regole in tutta Italia non è una incoerenza; al contrario sono lui e la sig.ra Covello – che esalta le primarie a Roma e le sopprime a Cosenza – a non essere alleati della loro coerenza».
«”Non bisogna cedere alle scelte identitarie o al frazionismo” (Guerini rivolto al Pse). Se rivendicare l’identità di cosentini di sinistra – si legge ancora nella nota dei poaliniani – che vorrebbero avere qualche voce in capitolo sulle scelte per la città è un disvalore per Guerini (che ama decidere a Roma per tutti) non lo è per noi. Quanto al frazionismo a Guerini sarà sembrato un successone aver riempito la stanzetta del Pd. Se qualcuno gli avesse esposto i numeri delle ultime comunali – Pd ed alleati con sindaco uscente 15%; Pse con alleati 27% – avrebbe evitato di darsi da solo del “frazionista”. Insomma la posizione del Pse e degli alleati è sempre quella: niente contro il Pd e men che meno contro il candidato. Tutto contro l’arroganza di chi pensa di poter disporre a piacimento con prepotenza delle vite degli altri».
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