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"Job center", sarà sentito il pentito Foggetti

COSENZA Il pentito Adolfo Foggetti sarà ascoltato nella prossima udienza del processo scaturito dall’inchiesta “Job center”, che lo scorso settembre sgominò un’organizzazione dedita allo spaccio di…

Pubblicato il: 08/03/2016 – 16:10
"Job center", sarà sentito il pentito Foggetti

COSENZA Il pentito Adolfo Foggetti sarà ascoltato nella prossima udienza del processo scaturito dall’inchiesta “Job center”, che lo scorso settembre sgominò un’organizzazione dedita allo spaccio di droga a Cosenza e collegata al clan degli zingari. Questa mattina ha preso il via il processo per i tre imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Si tratta di Ester Mollo, Michele Branca e Francesco Gamba. Il collegio, presieduto dal giudice Enrico Di Dedda, ha rigettato alcune questioni preliminari avanzate dalle difese e ha poi accolto le prove documentali di accusa e difesa. Il pubblico ministero Domenico Assumma ha chiesto la trascrizione di numerose intercettazioni telefoniche e il Tribunale, oggi stesso, ha affidato l’incarico al perito Nicola Zengaro. Le difese hanno presentato la lista dei testimoni e la richiesta di interrogatorio per gli imputati. Nella prossima udienza, fissata per il 12 aprile, per ascoltare il collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti, che sarà collegato in videoconferenza dalla località protetta in cui si trova agli arresti domiciliari. Tra i testi della Procura ci sarà anche il pentito Marco Paura, imputato nello stesso procedimento.

L’INCHIESTA Gli Abbruzzese sono i «signori della droga» nel Cosentino. Così gli inquirenti hanno definito il ruolo della cosca nell’ambito dell’operazione “Job center”, condotta in collaborazione tra la Dda di Catanzaro e la Procura di Cosenza. Gli agenti della squadra mobile hanno eseguito, lo scorso settembre, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattordici persone accusate di avere fatto parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti e collegata al clan degli zingari. La droga sarebbe arrivata dalla Sibaritide e tutto sarebbe stato diretto dagli Abbruzzese. Si tratta di un’indagine che è iniziata nel 2014. Nel corso dell’attività investigativa sono state sequestrate armi e droga. Dalle indagini è emerso come a capo del gruppo ci fossero Celestino Abbruzzese e Anna Palmieri, ritenuti la “mente” dell’organizzazione, e Marco Paura ed Ester Mollo che rappresentavano il “braccio”, ovvero «il motore organizzativo e operativo del gruppo».
Emblematica un’intercettazione, captata dagli inquirenti, dalla quale emerge l’importanza delle donne. Celestino Abbruzzese – è scritto nel provvedimento firmato dai magistrati della Dda e della Procura di Cosenza – si reca a casa di Paura per acquisire notizie precise su un recente controllo nel quale è incappato Giovanni Aloise (un altro degli arrestati) con conseguente sequestro della droga fornitagli da Paura stesso (circa cinque grammi). Paura e Abbruzzese quantificano i debiti che sia i sodali dell’organizzazione che alcuni clienti hanno contratto nei confronti del sodalizio.

 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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