LAMEZIA TERME C’è chi giura di aver intravisto la nuova ragione di scontro tra il commissario al Piano di rientro Massimo Scura e il governatore Oliverio in una considerazione del nuovo Piano industriale della sanità. Il documento, infatti, frena vistosamente su uno dei progetti caldeggiati dal presidente della giunta regionale: la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza. Oliverio spinge forte sull’acceleratore, Scura e la struttura commissariale raffreddano gli entusiasmi. È uno dei passaggi più politici di un Piano che punta molto su temi prettamente tecnici per riportare la sanità calabrese in condizioni quanto più simili alla normalità, partendo dalla mobilità passiva.
MOBILITÀ: MENO 300 MILIONI È una vera e propria emorragia quella al quale il Piano industriale della sanità calabrese è chiamata a mettere un freno. Perché il saldo finale della mobilità 2013 ammonta a -274,7 milioni di euro, a fronte di una mobilità passiva di -298,4 milioni di euro e una mobilità attiva di 23,7 milioni di euro. La Calabria importa meno di un decimo dei pazienti che fuggono dai suoi ospedali per curarsi altrove. E questa fuga incide pesantemente sui conti e sulla percezione della qualità delle cure. Non a caso, l’ufficio del commissario al Piano di rientro, nel presentare il problema, parla di una «montagna» davanti alla quale «non basta la sommatoria di singole azioni pur numerose, ma occorre una strategia globale che unisca l’incremento delle prestazioni, il loro miglioramento qualitativo, il completamento dei percorsi assistenziali territorio-ospedale-territorio, un’attenzione al paziente sotto il profilo umano e una buona campagna comunicativa».
«CONTI IN SICUREZZA» È, ancora una volta, una questione culturale, non soltanto di numeri: «Stiamo cercando di agevolare il passaggio da una situazione di sfiducia dei cittadini verso la nostra sanità a una di fiducia». Però i numeri sono importanti. E su questo aspetto, i commissari lanciano un segnale rassicurante: «Può ritenersi consolidata la messa in sicurezza dei conti avendo abbondantemente raggiunto l’equilibrio finanziario (disavanzo inferiore alle coperture) ed essendo ormai consolidato il trend di riduzione del disavanzo economico». Per questo i Programmi operativi possono concentrarsi su altri aspetti. Anche su iniziative che «esulano dall’ordinaria amministrazione».
L’OSPEDALE DI COSENZA? SENZA RISORSE E cioè «la creazione di una governance, l’introduzione di una gestione secondo un modello Tqm (“Total qualitty management”), la cardiochirurgia di Reggio Calabria, l’integrazione dell’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio con l’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini a Catanzaro per realizzare la nuova azienda ospedaliero universitaria Renato Dulbecco e i tre nuovi ospedali spoke di Vibo Valentia, della Sibaritide e di Gioia Tauro, (per gli altri ospedali assolutamente necessari, come quello di Cosenza e per ultimare il Morelli a Reggio Calabria, vanno per prima cosa reperite le risorse finanziarie), l’abbattimento delle liste di attesa». Tutte cose necessarie: anche l’ospedale di Cosenza. Ma su questo punto, i commissari tengono un profilo più basso rispetto al governatore. Mario Oliverio, infatti, si appresta a presentare lo studio di fattibilità della nuova struttura. Da chi guida il Piano di rientro arriva – in un documento inviato ai ministeri dell’Economia e della Salute – un richiamo alla calma: prima vanno reperite le risorse finanziarie. E non è complicato individuare nelle prospettive di realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza il nuovo possibile fronte di scontro tra la struttura commissariale e il governatore, pronto a cavalcare la tigre anche in vista della scadenza elettorale di giugno. Il Pd ci tiene a riprendersi Palazzo dei Bruzi e, come al solito, la sanità sarà uno dei temi forti dello scontro politico. Ma, soprattutto, sarà una delle leve del consenso.
I NUOVI OSPEDALI: TEMPI LUNGHI Se gli ospedali sono condizionati dalla necessità di fonti di finanziamento, sarà più facile far partire la Cardiochirurgia di Reggio Calabria: tutti i concorsi sono stati banditi, i lavori per l’adeguamento dei locali sono in fase di ultimazione e il nuovo reparto potrebbe entrare in funzione prima dell’estate. Complicato – e «difforme» – l’avanzamento dei lavori dei tre nuovi ospedali spoke di Vibo Valentia, Sibaritide e Gioia Tauro: «Mentre per Vibo Valentia si prevede la posa della prima pietra entro ottobre 2016, per gli altri due ospedali l’iter, in parte rallentato dalle vicende giudiziarie che hanno interessato la società aggiudicataria dei lavori (la Tecnis, le cui quote sono state sequestrate per sospetti legami con la criminalità organizzata), si prospetta la posa della prima pietra solo verso la primavera del 2017». Tempi ancora lunghi, insomma. E giova ricordare che il progetto dei nuovi ospedali vide la luce quando il governatore era ancora Agazio Loiero. Da allora sono passati quasi otto anni e non è stato aperto ancora un cantiere.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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