CATANZARO Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Paolo Furgiuele, ex direttore generale di Calabria Verde, ente strumentale della Regione entrato nell’occhio del ciclone di una inchiesta giudiziaria che sta setacciando ogni attività dell’agenzia che raggruppa le attività dell’ex Afor e delle vecchie comunità montane. Assistito dai propri legali, Nicola Cantafora e Massimo Scuteri, Furgiuele ha deciso di non rispondere alle domande del procuratore vicario di Catanzaro, Giovanni Bombardieri e del sostituto procuratore Alessandro Prontera.
L’ipotesi di reato formulata nei confronti dell’ex direttore generale è abuso d’ufficio in concorso con il dirigente Alfredo Allevato, anch’egli destinatario di un avviso a comparire in Procura. Lo scorso 9 dicembre Furgiuele era stato sentito come persona informata sui fatti e aveva fornito indicazioni sugli appalti gestiti da Calabria Verde e, in particolare, su una gara da 33 milioni di euro destinati all’acquisto di mezzi antincendio per la Protezione civile; un appalto sospeso in autotutela dallo stesso direttore generale. Si trattava di fondi Por Fesr 2007/2013 che andavano rendicontati entro il 31 dicembre 2015. Questa è una delle tre vicende oggetto di indagine per la quale Furgiuele e Allevato sono indagati. L’abuso d’ufficio si estende anche alla gestione e all’utilizzo dei fondi comunitari che l’ente ha gestito nell’ultimo anno e mezzo per contrastare il rischio idrogeologico. Altro episodio contestato è il conferimento degli incarichi di direzione dei lavori a soggetti esterni.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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