VIBO VALENTIA Sono rimasti bloccati per circa un’ora i dipendenti della Provincia di Vibo diretti a Mormanno con l’obiettivo di far sentire la loro voce – non ricevono lo stipendio da mesi e l’ente per cui prestano servizio è in condizioni finanziarie disastrose – al premier Matteo Renzi, atteso sull’A3 per la cerimonia di abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria Mormanno Nord. Il pullmann che li accompagnava, però, non è rimasto fermo sull’A3 a causa del traffico ma, piuttosto, perché bloccato da una pattuglia della Polizia stradale all’altezza di Tarsia. Gli agenti, stando al racconto dei passeggeri, avrebbero intimato lo stop spiegando, tra lo stupore generale, che il viaggio verso Mormanno non poteva proseguire per motivi di ordine pubblico. Vietato protestare, insomma, e anche spostarsi liberamente.
(La protesta dei dipendenti della Provincia di Vibo Valentia a Cosenza, in attesa dell’arrivo di Matteo Renzi)
Dopo la lunga sosta forzata, il pullmann è ripartito “scortato” dalla Polstrada, con un agente salito a bordo del mezzo per dare indicazioni all’autista su dove dovesse dirigersi. Dovunque, a quanto pare, ma non a Mormanno, ché, evidentemente, per il premier non è possibile nemmeno ascoltare da lontano le voci dei lavoratori che stanno subendo le conseguenze, oltre che di un ventennio di malapolitica, anche della riforma Delrio. Alla fine a Mormanno ci erano anche arrivati ma, nonostante l’indignazione, la rabbia, le proteste, è stato loro imposto il dietrofront, con una concessione: uno spazio per protestare in piazza a Cosenza, dove il premier è atteso per l’inaugurazione del distretto di cyber-security di Poste Italiane. Il pullman con i lavoratori, armati di nient’altro che striscioni e panini, è così ripartito alla volta di Cosenza. Con gli agenti a bordo e diverse volanti di polizia e carabinieri a fare da scorta.
«IL FRUTTO DI UNA LEGGE SCELLERATA» «Siamo frutto di una legge scellerata – affermano i dipendenti della Provincia – che ci sta mandando alla rovina. Siamo da cinque mesi senza stipendio, non riusciamo più a espletare i servizi richiesti dalla nostra funzione come quelli legati alla viabilità e all’edilizia scolastica. Nonostante tutto – aggiungono – ci rechiamo regolarmente negli uffici ma siamo costretti a fare noi le pulizie, a comprare il toner e dobbiamo rimanere con i giubbini addosso perchè non possiamo accendere i termosifoni elettrici altrimenti scatta la luce. Siamo anche senza telefono e internet. Chiediamo al premier – è il loro appello – di avere bontà istituzionale verso la Provincia di Vibo Valentia, di fare l’area vasta e aprire le liste della mobilità».
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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