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Racket a Rende, due condanne

COSENZA Il Tribunale di Cosenza ha condannato gli imputati del processo “Vulpes”, il procedimento scaturito da un’operazione che ha fatto luce su un una serie di estorsioni commesse ai danni di imp…

Pubblicato il: 10/03/2016 – 18:07
Racket a Rende, due condanne

COSENZA Il Tribunale di Cosenza ha condannato gli imputati del processo “Vulpes”, il procedimento scaturito da un’operazione che ha fatto luce su un una serie di estorsioni commesse ai danni di imprenditori e commercianti rendesi, in cui sarebbero coinvolti presunti esponenti dei clan del Cosentino. La pena comminata è stata di tre anni di reclusione per Francesco Patitucci e di un anno e mezzo per Simone Ferrise. Il pubblico ministero della Dda, Pierpaolo Bruni, aveva chiesto la condanna a nove anni di carcere e 2500 euro di multa per Patitucci e otto anni di reclusione per Ferrise, i due imputati che avevano scelto il rito ordinario. Mentre le altre persone coinvolte nell’inchiesta sono state già giudicate in abbreviato. Ma il collegio, presieduto dal giudice Enrico Di Dedda, ha condannato Patitucci a tre anni di reclusione in continuazione con la sentenza “Terminator” e Ferrise a un anno e mezzo ma solo per il reato di detenzione e porto di materiale esplosivo. Ferrise è stato, invece, assolto dagli altri capi di imputazione tra i quali quello relativo al reato di associazione. Il pubblico ministero, nel corso della sua requisitoria, ha ricostruito il sistema delle estorsioni che gli imputati avrebbero messo in atto a Rende. In particolare, si è soffermato sul ruolo di Patitucci che «è stato per un periodo il reggente del clan Lanzino». Ferrise – per il pm – è responsabile dei reati contestati come dimostrano diverse intercettazioni telefoniche. Per l’avvocato Cesare Badolato, difensore di Ferrise, «non c’è alcuna prova a supporto delle accuse di Ferrise. Non c’è alcun collaboratore di giustizia che lo tiri in ballo». Ecco perché va assolto. Uguale richiesta è stata avanzata dal difensore di Patitucci, l’avvocato Laura Gaetano che ha sottolineato come non ci siano elementi di prova a supporto delle accuse neppure nelle dichiarazioni della persona offesa, che sarebbe stata vittima delle richieste estorsive di Patitucci. Per il legale i due sarebbero infatti amici e non esisterebbe alcuna estorsione. Stesso concetto ribadito dall’avvocato Marcello Manna che ha sottolineato l’amicizia tra Patitucci e la parte offesa. Dopo una breve camera di consiglio il collegio ha condannato i due imputati, assolvendo Ferrise per alcuni reati.

mi. mo.

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