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E a Lamezia i medici chiedono la rimozione dei commissari

LAMEZIA TERME Le sigle sindacali non ci stanno. Il decreto 30/2016 del commissario ad acta Massimo Scura (l’atto che riorganizza la rete ospedaliera calabrese, ndr), dicono, «non è altro che un dec…

Pubblicato il: 11/03/2016 – 15:21
E a Lamezia i medici chiedono la rimozione dei commissari

LAMEZIA TERME Le sigle sindacali non ci stanno. Il decreto 30/2016 del commissario ad acta Massimo Scura (l’atto che riorganizza la rete ospedaliera calabrese, ndr), dicono, «non è altro che un decreto demolitivo per la sanità calabrese e in particolare per l’ospedale di Lamezia». Fp Cgil, Cgil Medici e Aaroi hanno deciso di portare avanti una strategia sinergica e unitaria per chiedere in primis la rimozione dall’incarico del commissario e del sub commissario Andrea Urbani. Posizione, questa, che parte da una precisa idea di rigettare l’intero decreto, considerato non uniforme per l’applicazione regionale. «In questo modo si favorisce lo spostamento dalla sanità pubblica a quella privata, riservando quindi il privilegio di curarsi a pochi soggetti», è stato il coro unisono dei partecipanti.
La decisione di proseguire insieme questa battaglia è stata presa all’interno di un’assemblea nel nosocomio lametino, considerato il simbolo di quella che è stata definita una «devastazione barbarica del servizio sanitario calabrese». 
I tre rappresentati delle sigle sindacali, hanno inoltre indetto una nuova assemblea in cui saranno convocati anche i sindaci del comprensorio. «È importante capire qual è la posizione anche delle parti sociali», ha affermato Ivan Potente dell’Fp Cgil medici di Catanzaro. Che ha continuato ribadendo che «noi, in quanto sigle sindacali, siamo disposte a confrontarci con il commissario». In occasione della prossima assemblea, verrà redatto inoltre un testo definito «unico e simbolico» che sarà inviato via mail alla Presidenza del Consiglio dei ministri, in cui verrà chiesta in modo esplicito al premier Renzi la rimozione di Scura e Urbani.
Sulla situazione del nosocomio lametino sono state numerose le polemiche negli ultimi giorni. Infatti, con l’adeguamento alla rete ospedaliera nazionale del decreto, ospedale subirà una drastica riduzione di reparti. Uno su tutti la Terapia intensiva neonatale, che già negli scorsi anni era stato al centro di numerose discussioni e da tempo non è più in funzione. Gli altri reparti che verranno soppressi sono: Neonatologia, Malattie Infettive, Dermatologia, Otorinolaringoiatria, Odontoiatria e Stomatologia, Microbiologia e Virologia, Servizio Trasfusionale, Malattie endocrine e Nefrologia. Di contro alla chiusura dei numerosi reparti, ci sarà anche un lieve potenziamento di alcuni comparti: in Pediatria ci saranno 8 posti letti in più, per Emodialisi 18, Pneumologia passerà da 10 a 20 posti letto, per Neurologia 10 e Riabilitazione passerà da 2 a 40 posti letto. Una situazione paradossale, se si considera il bacino d’utenza dello stesso ospedale – circa 150mila unità – che ha creato malcontento non solo tra gli esponenti politici locali, ma soprattutto nella cittadinanza. 
Da alcuni giorni tra i corridoi dell’ospedale è in corso una raccolta firme, organizzata dal comitato Salviamo la sanità lametina e dal Tribunale dei diritti del malato. Inoltre, per sabato 19 marzo è stata organizzata una manifestazione cittadina, che si terrà di fronte lo stesso ospedale.

Adelia Pantano
redazione@corrierecal.it

 

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