SIRACUSA «Un siciliano che parlava limbadese. Si figuri com’era radicato nella nostra comunità». Pino Morello, sindaco di Limbadi (Vibo Valentia), è giunto stamane a Carlentini per i funerali di Salvatore Failla. Fuori dalla chiesa di Santa Tecla, il primo cittadino ha le lacrime agli occhi. Ha conosciuto la moglie Rosalba e ha ritrovato l’amico Natale Failla, padre di Salvatore, e la sua consorte.
La famiglia Failla, quando Salvatore era piccolo, si era trasferita a Limbadi, dove rimase per 11 anni; Natale si occupava di estrazione della pietra. «Sono venuto qui a portare la mia solidarietà e quella dei limbadesi. Abbiamo trascorso giorni di vacanza, felicità e gioia; sia Salvatore sia Giusi – aggiunge – erano i compagni di gioco dei miei figli».
Morello definisce Salvo un «ragazzo buono. Volevamo venire in forma ufficiale, con il gonfalone e la giunta al completo. Per noi chi cade sul lavoro è un martire. Questo ragazzo voleva dare alla sua famiglia la possibilità di vivere meglio; una possibilità che il Sud non da’. Bisogna onorare chi cade sul lavoro. Chi va all’estero deve avere maggiore protezione. Anche Fausto Piano e’ un eroe caduto sul lavoro».
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