COSENZA La Procura di Cosenza ha chiesto il rinvio a giudizio per Francesco Pezzulli, accusato di tentata estorsione ai danni di Maximiliano Granata, il presidente della Valle Crati, il consorzio che si occupa di smaltimento dei rifiuti liquidi e solidi urbani. All’avvocato Granata, il 5 maggio di un anno fa, è stata incendiata l’automobile, un’Audi A6, che era parcheggiata sotto la sua abitazione in via Coletta, nella città dei Bruzi. Dopo un’intensa attività di indagine, condotta dal sostituto procuratore Donatella Donato e coordinata dall’aggiunto Marisa Manzini, il lavoro degli inquirenti si è concentrato sul ruolo di Granata di presidente del Consorzio e sul rapporto con alcune cooperative.
Secondo l’impianto accusatorio, Pezzulli – ex dipendente della cooperativa che lavorava alla vigilanza dell’impianto di Coda di Volpe – non avrebbe accettato di non essere stato riassunto da Granata perché, a un certo punto, il Consorzio non rinnovò i contratti ad alcune cooperative tra le quali anche quella in cui lavorava Pezzulli. Ma quest’ultimo avrebbe preteso da Granata di essere riassunto e a un suo diniego avrebbe cominciato a telefonarlo e assillarlo. Una serie di richieste che – per l’accusa – sarebbero poi culminate nel gesto di incendiare l’automobile del presidente. A riprova di ciò ci sarebbero diverse intercettazioni telefoniche e gli elementi forniti da un testimone che avrebbe visto quella notte una persona scendere da una automobile rossa con un contenitore di benzina e appiccare fuoco all’Audi di Granata. Gli inquirenti sono riusciti poi a risalire al proprietario di quell’auto e a identificare quella persona in Pezzulli. La Procura di Cosenza aveva chiesto la misura cautelare per Pezzulli – difeso dall’avvocato Ugo Ledonne – ma il gip Salvatore Carpino la rigettò non ravvisando «gravi elementi indiziari».
Il pubblico ministero Donato ha presentato appello al Riesame che ha rigettato la misura perché non c’erano i presupposti della pericolosità e reiterazione del reato ma ha riconosciuto «i gravi elementi indiziari». La Procura ha inviato al gip la richiesta di rinvio a giudizio.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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