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L'arcivescovo NoTriv critica il governo

CATANZARO «Di questioni politiche, è notorio ma è meglio ribadirlo la Chiesa, nella sua parte istituzionale, non s’impiccia. Ma la Chiesa, che si batte per la verità, non può rimanere sorda e muta …

Pubblicato il: 11/03/2016 – 16:55
L'arcivescovo NoTriv critica il governo

CATANZARO «Di questioni politiche, è notorio ma è meglio ribadirlo la Chiesa, nella sua parte istituzionale, non s’impiccia. Ma la Chiesa, che si batte per la verità, non può rimanere sorda e muta di fronte a quanto va avvenendo, soprattutto facendo sentire la propria voce attraverso i fedeli laici che, nel secolare e nel politico, realizzano la propria vocazione cristiana». È quanto afferma l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza episcopale calabra, in una lettera inviata al consigliere regionale calabrese Arturo Bova, in relazione al referendum del 17 aprile per bloccare le trivellazioni in mare. «Né, tantomeno, la Chiesa – aggiunge Bertolone – può restarsene immobile di fronte all’eventualità che le mezze verità possano porre a repentaglio il Creato, che papa Francesco ha invitato a considerare la “casa comune” di tutti i sistemi viventi e non viventi, che, in quanto tale, appartiene a Dio e da Lui è stato donato agli uomini, non ai governi». Monsignor Bertolone, nella lettera, fa riferimento a «timori e ansie» raccolte a Cassano allo Jonio, dove è stato vescovo dal 2007 al 2011 «in relazione alla possibilità – aggiunge – che la costa possa d’improvviso divenire un orizzonte di piattaforme. Credo non vi sia persona di media diligenza che, in buona fede, non possa non riconoscere il grave pericolo al quale si stia andando incontro. Il 17 aprile gli italiani saranno chiamati a dire la loro in un referendum. Ma pure in caso di vittoria dei contrari alle trivelle, ed è questo un dato che non traspare dalla campagna emotiva che si sta portando avanti in queste settimane, l’unico risultato che si otterrà sarà quello di impedire il rinnovo di eventuali concessioni già rilasciate». 
«È una questione prettamente politica – conclude l’arcivescovo di Catanzaro – come politica è la scelta, riconducibile al governo attualmente in carica, di aver previsto per questo lembo di Calabria uno sviluppo basato sulla caccia alle fonti energetiche petrolifere piuttosto che su altro».

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