CATANZARO È stata fissata per il prossimo 8 aprile l’udienza preliminare davanti al gup di Catanzaro per i 32 indagati nel secondo troncone del procedimento “Plinius 2” che vede coinvolti esponenti della criminalità dell’alto Tirreno cosentino, in particolare la cosca Valente-Stummo, ma anche ex esponenti della pubblica amministrazione del Comune di Scalea.
C’è anche il nome dell’ex assessore comunale di Scalea, Raffaele De Rosa, tra gli indagati di “Plinius 2”. L’accusa nei suoi confronti è quella di tentativo di induzione indebita a dare o promettere utilità, perché in concorso con l’ex sindaco Pasquale Basile e con Pietro Valente, avrebbe indotto il consigliere comunale Mauro Campilongo a dimettersi.
In particolare, i tre, tra gennaio e febbraio 2011, per il tramite di Pietro Valente, avrebbero minacciato Campilongo di denunciarlo alla Procura della Repubblica di Paola, non riuscendo nel loro intento in seguito alla reazione del consigliere comunale che si rivolse ai carabinieri di Scalea. Per quanto riguarda le posizioni dell’ex sindaco Basile e di Valente si è proceduto separatamente: Basile è stato condannato per questo reato in primo grado dal tribunale di Paola, mentre Valente è stato condannato in abbreviato con sentenza confermata in appello.
Compariranno davanti al gup Pietro Scuteri Ferdinando Aliberti, Ettore Arcuri, Raimondo Barbaro, Maria Francesca Bloise, Luca Carrozzini, Franco Cipolla, Giuseppe Crusco, Francesco De Luca, Luigi De Luca, Raffaele De Rosa, Anthony Johnny Della Montagna, Edone Esposito, Angela Faraco, Gaetano Favaro, Emilio Iacovo, Francesco Saverio La Greca, Gian Claudio Lombardo, Guido Maccari, Antonio Mandato, Giuseppe Misiano, Rodolfo Pancaro, Umberto Pietrolungo, Lido Franco Scornaienchi, Luigi Scornaienchi, Cantigno Servidio, Giuseppe Silvestri, Alvaro Sollazzo, Rocco Spaltro, Alessandro Stummo, Mario Stummo, Carmelo Valente, Luigino Valente.
Le accuse contestate dalla Dda di Catanzaro vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso all’estorsione, alla tentata estorsione, all’usura, alla turbativa d’asta, al contrabbando di tabacco, e poi tentato omicidio, induzione indebita a dare e promettere utilità, vendita di sigarette contraffatte, ricettazione, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, calunnia, violazione di domicilio, porto illegale di armi. I reati, commessi tra il 2008 e il 2015, sono aggravati dall’impiego del metodo mafioso.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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