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«Marciume diffuso» e mazzette all'Anas, 19 arresti – I NOMI

ROMA La Guardia di Finanza sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Roma nei confronti di 19 soggetti tra dirigenti e funzionari dell’Anas e imprenditori tit…

Pubblicato il: 11/03/2016 – 8:09
«Marciume diffuso» e mazzette all'Anas, 19 arresti – I NOMI

ROMA La Guardia di Finanza sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Roma nei confronti di 19 soggetti tra dirigenti e funzionari dell’Anas e imprenditori titolari di appalti di opere pubbliche di primaria importanza. Coinvolti anche un avvocato e un politico, un deputato dell’attuale legislatura; si tratta di Marco Martinelli, romano di 53 anni, parlamentare di Forza Italia. A Martinelli, in base a quanto si apprende, è stato notificato oggi dalla Guardia di finanza un avviso di garanzia. Sarebbe stato lui il «collettore illecito» delle tangenti, secondo l’accusa.
L’operazione di questa mattina ha visto impegnati oltre 250 finanzieri e rappresenta la seconda tranche dell’inchiesta scattata a ottobre dell’anno scorso sulle mazzette pagate dagli imprenditori destinatari degli appalti ai funzionari dell’Anas.
Secondo ipotesi investigativa il deputato Martinelli, in virtù del ruolo istituzionale ricoperto, ha garantito al titolare di un’importante impresa la nomina di un presidente di gara “non ostile”, tant’è che – effettivamente – l’imprenditore si era aggiudicato l’importante appalto in Sicilia. Analogo ruolo di intermediazione è stato contestato ad un legale romano, arrestato, come intermediario per conto di un’azienda romana nella corresponsione alla “Dama Nera” dell’Anas, l’indagata Antonella Accroglianò, di una mazzetta di 10.000 euro a fronte della facilitazione nell’erogazione di pagamenti, nonché per lo sblocco di contenziosi in essere con l’Anas. Come ha scritto il gip nel suo provvedimento dalle indagini è emerso «un marciume diffuso all’interno di uno degli enti pubblici più in vista nel settore economico degli appalti», reso ancora più «sconvolgente» dalla facilità di intervento del sodalizio per eliminare una penale, aumentare interessi e facilitare il pagamento di riserve nonché, ancora più grave, far vincere un appalto ad una società “amica”, a discapito di altre risultate più meritevoli. I finanzieri del Gico hanno anche eseguito oltre 50 perquisizioni tra Lazio, Sicilia, Calabria, Puglia, Lombardia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Veneto, Molise e Campania. Passate al setaccio anche le sedi Anas di Roma, Milano e Cosenza. Nel corso delle operazioni di p.g. sono stati sequestrati ulteriori 225.000 euro in contanti.
LA DAMA NERA COLLABORA Agli arresti domiciliari è finita Antonella Accroglianò, la cosiddetta “Dama Nera”, già finita in carcere lo scorso ottobre con i primi provvedimenti restrittivi legati all’inchiesta Anas. Considerata dagli inquirenti la figura centrale di un sistema illecito, in virtù del suo ruolo che ricopriva all’epoca di dirigente responsabile del Coordinamento tecnico-amministrativo di Anas spa, la Accroglianò ha poi deciso di collaborare con i magistrati e raccontare come funzionava il giro di “mazzette”.
GLI APPALTI NEL MIRINO L’inchiesta “Dama Nera 2” sull’Anas ha permesso di accertare “tra l’altro, come siano stati falsati importanti appalti pubblici”. Lo sottolineano gli investigatori della Guardia di finanza, spiegando chs gli appalti vanno «dall’itinerario basentano (compreso il raccordo autostradale Sicignano-Potenza) alla Ss 117 Centrale Sicula – quest’ultima cofinanziata dalla Regione Sicilia – entrambi aggiudicati nel 2014, alla Ss 96 Barese e alla Ss 268 del Vesuvio, arterie stradali aggiudicate nel 2012, arrivando sino a turbare la gara per la realizzazione della nuova sede Anas di Campobasso, opera aggiudicata nel 2011».
GLI ARRESTATI Sono complessivamente 19 le ordinanze di custodia cautelare emesse oggi dal gip di Roma: 16 ai domiciliari e tre in carcere. Molti dei destinatari sono soggetti già colpiti dai provvedimenti dell’ottobre scorso e nei loro confronti vengono ipotizzati i reati di corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, autoriciclaggio, favoreggiamento personale, truffa. In carcere sono finiti Oreste De Grossi, Giovanni Parlato e Sergio Lagrotteria; gli arresti domiciliari sono invece stati disposti per la Dama Nera, Antonella Accroglianò, Concetto Bosco Lo Giudice, Emiliano Cerasi, Giuseppe Colafelice (attualmente all’estero), Francesco Domenico Costanzo, Antonino Ferrante, Vincenzo Loconte, Carmelo Misseri, Andrea Musenga, Elisabetta Parise, Giuseppe Ricciardello, Vito Rossi, Giovanni Spinosa, Paolo Tarditi, S.V.

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