CATANZARO «Legambiente e Fiom-Cgil Calabria votano sì al referendum del prossimo 17 aprile per fermare le trivelle e mettere la parola fine all’estrazione di petrolio nel mare italiano. Affinché la consultazione popolare abbia successo pero’, è necessario portare al voto il 50%+1 degli elettori (circa 25 milioni) e non sarà certo un’impresa facile: serve il contributo di tutti». È quanto si legge in una nota. «Con il quesito referendario – spiegano Massimo Covello segretario della Fiom-Cgil e Franco Falcone presidente di Legambiente Calabria – si chiede di cancellare la norma, introdotta dalla legge di Stabilità, che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane, senza limiti di tempo. Se si vuole mettere definitivamente al riparo i nostri mari dalle attività petrolifere occorre votare “Sì” al referendum. In questo modo, le attività petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale” fissata al momento del rilascio delle concessioni. Dobbiamo puntare su un modello di sviluppo che guardi alla crescita ordinata e programmata delle energie rinnovabili e che favorisca la buona economia e il lavoro in tutti i settori, a partire da quello industriale, che sia rispettoso e valorizzi l’ambiente».
Legambiente e Fiom-Cgil Calabria giudicano la consultazione popolare del 17 aprile, «un appuntamento importante e si considerano impegnate a promuovere e partecipare alle iniziative, anche insieme ad altre associazioni ed organizzazioni, affinché la consultazione popolare abbia successo e, con il prevalere del sì, si faccia un passo in avanti nella tutela del territorio e verso un modello di sviluppo basato su un lavoro pulito». «La ricerca e l’estrazione di idrocarburi – concludono Covello e Falcone – ha un notevole impatto sulla vita del mare. Per questo il futuro della Calabria passa anche dalla difesa, col “Sì al referendum, del nostro mare”».
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