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A Reggio rivive il braccio di ferro Usa-Italia

REGGIO CALABRIA «Nella notte di Sigonella è stata scritta una delle pagine più belle della politica italiana. Una pagina di autonomia e di dignità, nella quale il nostro Paese ha dimostrato che si …

Pubblicato il: 12/03/2016 – 10:21
A Reggio rivive il braccio di ferro Usa-Italia

REGGIO CALABRIA «Nella notte di Sigonella è stata scritta una delle pagine più belle della politica italiana. Una pagina di autonomia e di dignità, nella quale il nostro Paese ha dimostrato che si può essere alleati delle grandi potenze come gli Usa senza necessariamente essere asserviti». Stefania Craxi non trattiene un pizzico di emozione nel concludere la presentazione reggina del saggio pubblicato dalla fondazione intitolata alla memoria del padre Bettino, a trent’anni dalla crisi diplomatica scaturita dal sequestro della nave da crociera “Achille Lauro”. Il volume (intitolato proprio “La notte di Sigonella”) raccoglie una serie di atti desecretati che svelano la verità sulle tensioni che, nell’ottobre del 1985, portarono quasi alla rottura tra Washington e Roma: il pugno di ferro del presidente americano Reagan contro la strategia del dialogo portata avanti dal premier italiano Craxi sul trattamento da riservare ai terroristi palestinesi che, durante il dirottamento della nave, avevano ucciso un cittadino americano, ebreo e paralitico.
La presentazione del volume, avvenuta a palazzo “Corrado Alvaro” di Reggio Calabria, è stata preceduta dalla proiezione di un “docufilm” avvincente, che ha ripercorso tutte le tappe della crisi internazionale, dal dirottamento della nave alla crisi parlamentare, fino al drammatico schieramento di militari italiani e americani, gli uni di fronte agli altri, armi in pugno, attorno al jet con i quattro terroristi a bordo, sulla pista della base militare alle porte di Catania. E poi il braccio di ferro tra Craxi e Reagan, fino alla lettera di riconciliazione indirizzata all'”amico Bettino”, firmata da “Ron”. Una lettera che però, riletta ad anni di distanza, non fuga del tutto, specie nell’ambiente socialista, i dubbi su una sorta di “vendetta americana” che portò alla caduta e alla morte in esilio ad Hammamet dell’ex leader del Psi.
Il confronto sul libro è avvenuto dinanzi a una platea gremita, in cui spiccava la presenza dell’ex assessore regionale Saverio Zavettieri che però ha preferito non prendere la parola nel corso di un incontro nel quale l’orgoglio socialista si è fuso con la nostalgia dell’Italia prima di Tangentopoli.
«E a giudicare dagli ultimi vent’anni del nostro Paese, c’è da chiedersi se la Seconda Repubblica non sia stata un contrappasso per chi, come noi, facendo il proprio lavoro ha raccontato quanti limiti e difetti avesse la Prima», ha affermato Paolo Pollichieni. Il direttore del Corriere della Calabria e de Il Velino, relatore del dibattito, ha sottolineato come «oggi in Italia non solo sia quasi impossibile trovare una politica di quel livello, ma non ci siano neppure più uomini dello spessore del comandante della base di Sigonella, il colonnello Ercolano Annicchiarico». Pollichieni ha poi citato le drammatiche parole pronunciate da Craxi nell’aula di Montecitorio: «Fa grande effetto ascoltare quell’uomo che rivendicava la legittimità dei palestinesi a condurre lotta armata, “giacché popoli esistono, anche quando sono poveri e disperati”. Oggi i popoli non sono solo disperati ma anche disposti a tutto».
Il confronto, moderato da Angela Romeo, si è aperto con l’indirizzo di saluto del consigliere regionale Alessandro Nicolò. Successivamente è intervenuto l’assessore alla Cultura e legalità della Provincia di Reggio, Eduardo Lamberti Castronuovo, che ha sottolineato come «oggi in politica non ci siano più personalità come quella di Craxi e di altri grandi protagonisti della vita pubblica, che facevano parte di quel governo e contribuirono a rendere l’Italia un grande Paese, che si confrontava alla pari con le superpotenze mondiali».
«Se si fosse perseguita la via di Craxi, quella del dialogo con il mondo arabo – ha aggiunto la figlia dell’ex leader del Garofano – probabilmente la storia ci avrebbe risparmiato molto spargimento di sangue nel Mediterraneo. Purtroppo però, dopo il crollo del Muro di Berlino, le logiche della finanza e della globalizzazione hanno preso il sopravvento su quelle della politica. Anche questo – ha concluso Stefania Craxi – ha contribuito a far consumare l’esperienza di mio padre. Ma la storia dimostrerà che lui ha dedicato la vita al bene dell’Italia».

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