REGGIO CALABRIA «Questa amministrazione non è all’altezza di guidare l’azienda ospedaliera di Reggio. Non stiamo parlando solo di errori amministrativi, ma anche di possibili abusi». Nuccio Azzarà torna a denunciare quelli che, a suo avviso, sono le anomalie e i vizi procedurali all’interno dell’azienda “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria.
Nel mirino del segretario provinciale della Uil Fpl, alcune delibere prodotte dalla direzione generale nel mese di febbraio. A partire dalla delibera 130 del primo febbraio: «Tutte le nomine fiduciarie dell’azienda, per legge, dovrebbero decadere e con un ulteriore atto consequenziale possono essere rinominate, ma con questo primo atto assunto da Frank Benedetto come direttore generale, decadono tutte le nomine fiduciarie tranne alcune: quella del capo dipartimento Emergenza-urgenza, Volpe, e quella del capo dipartimento dei Servizi, Said. Questo atto deliberativo – ha continuato Azzarà – è stato sottoscritto dal direttore aziendale Carpentieri, il quale “è rimasto in piedi”, quale responsabile dell’atto, nonostante dovesse decadere».
Nel corso del suo intervento, il sindacalista ha messo in fila, cronologicamente, le altre delibere realizzate dalla direzione generale: la 132 con la quale «Doldo assume ad interim il dipartimento Emergenza-urgenza e quello dei Servizi, diventando – dice Azzarà – una sorta di deus ex machina dell’ospedale»; la delibera 182 nella quale «Benedetto, Carpentieri e Said nominano a direttore sanitario aziendale Rosa Italia Albanese per due mesi».
Secondo Azzarà, «ci ritroviamo di fronte ad un atto importante, attraverso il quale si completa il management di questa azienda. Un atto che potrebbe avere conseguenze specifiche. Si tratta – precisa il segretario provinciale della Uil Fpl – di un direttore sanitario, il quale per diritto fa parte di tutte le commissioni concorsuali di questa azienda: pronto soccorso, gastroenterologia, chirurgia toracica, ginecologia e cardiochirurgia».
Sulla figura di Albanese, il sindacalista si era soffermato nella scorsa conferenza, affermando che «la normativa in merito alla nomina del direttore sanitario aziendale è in contrasto con quella effettuata a favore della dottoressa Albanese». Le delibere, «se vengono impugnate, nel momento in cui verranno fatti dei ricorsi al Tar, e – continua Azzarà – sono già stati presentati dai diretti interessati come quello del concorso sul pronto soccorso, i danni all’azienda saranno importanti. Quando la Cardiochirurgia non aprirà perché salterà il concorso, non dicano “non lo sapevamo”».
L’ultima delibera alla quale Azzarà fa riferimento è la 221: «In questa delibera entra in gioco il collegio sindacale e si dice che per mero errore è stato sottoscritto un atto dal direttore amministrativo pro tempore, cioè Carpentieri dieci giorni prima ha firmato un atto per errore. Con questa delibera torna in vita la delibera 130. Ciò vuol dire che ad oggi non sappiamo chi è il direttore amministrativo e il direttore sanitario. E chi sono i capi dipartimento. Con la delibera 130 erano Volpe e Said, mentre noi però stiamo pagando Doldo».
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