CATANZARO «La difesa d’ufficio del ministro Boschi rispetto alla nomina di Andrea Gentile, figlio del sottosegretario Tonino, nel Cda dell’Istituto Tumori di Milano da parte del ministro Lorenzin è tanto ipocrita quanto risibile: la rispediamo al mittente. Boschi giustifica la questa scelta affermando che al tempo di questa nomina Tonino Gentile non era ancora sottosegretario. Il problema non è, evidentemente , la carica di governo ricoperta dal senatore di Ncd ma il fatto che questi sia un parlamentare appartenente allo stesso gruppo del ministro Lorenzin. Facciamo presente a Boschi e al ministro della salute che si chiama opportunità politica: concetto che, è evidente, non rientra loro vocabolario». Lo affermano, in una nota, commentando l’intervento in Aula del ministro Boschi a Montecitorio sul caso Gentile, i parlamentari calabresi M5S Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni e i membri della commissione Affari Sociali alla Camera e della commissione Sanità al Senato.
«Quando Boschi afferma – sostengono – che la nomina è stata fatta nel rispetto delle norme vigenti ribadiamo che la questione non è legata a leggi, leggine o codicilli, ma all’opportunità politica. Tra l’altro, è davvero triste che, al fine di giustificare la scelta compiuta, il ministro per i rapporti col Parlamento abbia dichiarato che per sedere nel Cda dell’Istituto tumori non è necessaria la laurea in medicina o un titolo di studio in materie sanitarie. La verità – concludono i parlamentari 5 Stelle – è che l’unico modo per non gettare un’ombra indelebile di nepotismo e clientelismo su questa nomina sarebbe stato necessario che Andrea Gentile presentasse di un curriculum inattaccabile e che la sua designazione avvenisse attraverso un processo trasparente. Tutto questo non è avvenuto».
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