Mentre l’Europa dimostra tutte le sue contraddizioni, mentre i governi dell’Est alzano muri di filo spinato cercando di impedire il passaggio di migliaia di profughi, mentre in Siria muoiono ogni giorno decine di civili caduti nella trappola di un conflitto infinito e in una rete intricata di interessi economici e politici sovranazionali, mentre in Libia nuovi venti di guerra spirano da Occidente, l’Europa, quella vera, fatta di donne e uomini, continua a praticare una cultura dell’accoglienza senza se e senza ma. Ovunque movimenti, associazioni, Ong, gente comune decidono di non alzare barriere e muri ma costruire ponti, sicuri che la storia dell’umanità viene scritta per gran parte dalle migrazioni dei popoli.
In questo contesto attuale si inserisce il nostro impegno quotidiano. Una pratica dell’accoglienza che attraversa tutte le stagioni dell’anno anche se visibile ai più nel mese di marzo e precisamente durante i giorni della Fiera di San Giuseppe. Centinaia di migranti saranno accolti come ogni anno. A loro sarà offerto un piatto caldo e offerte cure mediche gratuite, saranno allestiti dei dormitori, organizzate proiezioni di film in lingua e allestiti internet point. C’è chi organizzerà dibattiti sui sistemi d’accoglienza, sulle politiche migratorie, concerti, spettacoli e partite di calcio. Il nostro impegno però non si esaurisce nei giorni della Fiera di San Giuseppe. Ogni giorno sosteniamo pratiche di accoglienza rivendicando il diritto alla casa, offrendo ospitalità, supporto legale, corsi di italiano, assistenza medica gratuita.
Promuoviamo le politiche di inserimento lavorativo, sosteniamo gli operatori che prestano servizio negli ambulatori mobili sparsi per la Calabria e l’Italia attraverso i banchetti nelle piazze della provincia di Cosenza, denunciamo i soprusi subiti dai lavoratori migranti negli aranceti e nei campi agricoli delle piane calabresi sviluppando percorsi economici alternativi, promuoviamo attraverso iniziative e dibattiti la cultura dei diritti umani. La nostra richiesta di superamento del Trattato di Dublino, il nostro No alle decisioni europee in materia di immigrazione, al respingimento in mare, alla chiusura delle frontiere, ai muri e al filo spinato si leva forte da Cosenza sia nelle parole che nei fatti! E rifacendoci alle parole contenute nell’appello nazionale della Marcia delle donne e degli uomini scalzi dello scorso 11 settembre: «Noi crediamo ancora che dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace. Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti. Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione delle ricchezze ed una vera uguaglianza sociale, civile ed economica».
*Ambulatorio medico senza confini “Adolfo Grandinetti” –Auser Cosenza, Amnesty International-Circoscrizione Calabria, Anteas Cosenza, Associazione culturale multietnica “La Kasbah”, Associazione culturale Il filo di Sophia, Assocazione culturale Coessenza, Associazione Lav Romanò, Associazione San Pancrazio, Associazione Sentiero Nonviolento, Associazione Verde Binario, Azione Cattolica Diocesana, Be Equal, Casa dei diritti sociali Cosenza, Centro Missionario Diocesano, Centro Sociale Rialzo, Cooperativa sociale Dignità del Lavoro, Cooperativa sociale Otra Vez, Cooperativa sociale“R-Accogliere”, Cooperativa sociale Strade di Casa, Gas Cosenza, Gruppo Emergency Cosenza, Moci, Polisportiva Cusenza Mmishkata, Verso una Mag delle Calabrie
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