LAMEZIA TERME Sono giovani, ma litigano come gli adulti. E a giudicare dalle polemiche seguite alle primarie per la scelta del nuovo segretario nazionale c’è poco da stare sereni in casa dem. Alla fine ha vinto il “giovane turco” savonese Mattia Zunino (vicino a Orlando e Orfini) e, in realtà, non c’erano molto dubbi dopo che l’altro candidato alla segreteria, il reggino Dario Costantino (che aveva l’appoggio del deputato, segretario regionale siciliano ed ex numero uno Gd, Fausto Raciti), si è ritirato. Un dietrofront polemico contro «un risultato disegnato a tavolino», tra mancanza di organizzazione, controlli scarsi e accuse sulle tessere gonfiate.
C’è la Calabria al centro di queste polemiche. Già, perché osservando la geografia del voto, spuntano numeri sorprendenti. In tutta la regione i Gd che hanno votato per l’elezione del nuovo segretario sono 5156 su un totale nazionale di 25443 pari al 20,2% del totale. Un vero boom, insomma. Un plebiscito per il segretario in pectore Mattia Zunino, le briciole per il “ritirato” Dario Costantino.
Ancora più singolare, poi, il dato relativo alla provincia di Cosenza, dove i votanti – che per esprimere la loro preferenza hanno dovuto versare un contributo di 2 euro – sono stati ben 2629. Per capire l’ampiezza della partecipazione alle primarie in territorio bruzio, basti pensare che se si sommano i voti di intere Regioni come Toscana (1154 voti), Lombardia (564), Veneto (333), Friuli Venezia Giulia (96) Trentino Alto Adige (15), Piemonte (270), Valle d’Aosta (8), si raggiunge un totale di 2440 voti. Poco più di 200 voti in meno che a Cosenza e dintorni.
Tutto normale? Per il segretario provinciale cosentino dei Gd, Michele Rizzuti, non ci sono dubbi: «Abbiamo vissuto un mese intenso di congressi, sia nei circoli che nelle Federazioni provinciali e regionali. Anche a Cosenza si è votato in ben 42 seggi. In questa provincia si è registrato il più alto afflusso di votanti in tutta Italia. In dati assoluti, Zunino nella federazione di Cosenza è il più votato a livello nazionale».
Numeri a parte, già nei giorni precedenti al voto Costantino aveva messo le mani avanti: «Ci sono sedici seggi a Reggio Calabria e trentadue a Roma, scelta che rende molto difficile controllare la regolarità delle operazioni di voto. Non si può dire che moltiplicare i seggi sia stata una scelta per promuovere la partecipazione». I Giovani democratici avevano replicato via social network: «Menzogne, attacchi vergognosi ad opera di chi ha interesse soltanto a delegittimare il congresso». Un muro contro muro a cui, adesso, si aggiunge il curioso “boom” democratico made in Calabria.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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