COSENZA «Non avrebbero causato il fallimento della società». È questa la sintesi delle ultime arringhe delle difese degli imputati del processo “Tesi”. L’inchiesta riguarda i rapporti tra la società “Tesi”, operante nel settore dell’informatica e Fincalabra, la finanziaria della Regione Calabria. Negli anni scorsi il filone dell’indagine era stato stralciato dall’inchiesta Why Not e inviato al tribunale di Cosenza – dove si sta celebrando il processo – perché competente per territorio. Lo scorso 19 novembre il pubblico ministero ha chiesto la condanna per Salvatore Perugini, ex sindaco di Cosenza (2 anni di carcere); Filomeno Pometti (3 anni), Luciano Vigna, attuale vicesindaco di Cosenza (2 anni), Michelangelo Spataro, attuale consigliere comunale di Cosenza (3 anni), Francesco Capocasale (2 anni), Michele Montagnese (3 anni), Gianluca Bilotta (2 anni), Luigi Vacca (2 anni), Nicola Costantino (3 anni), Renato Pastore (2 anni), Saverio Fascì (2 anni), Francesca Gaudenzi (2 anni), Antonio Gargano (3 anni e 9 mesi), Pietro Macrì (3 anni e 9 mesi), Antonio Viapiana (3 anni e 3 mesi). E ha chiesto, invece, l’assoluzione per Pasquale Citrigno (amministratore della società) per non aver commesso il fatto. Gli imputati devono rispondere, tra gli altri, del reato di bancarotta. Accuse fortemente respinte dalle difese che hanno chiesto l’assoluzione degli imputati. In particolare l’avvocato Nicola Carratelli ha sottolineato come in realtà «manca il dolo» in tutti gli episodi contestati e ha precisato, inoltre, che il dissesto della società era già consolidato nel momento in cui sono subentrati gli amministratori.
La vicenda sulla quale si cerca di fare chiarezza è quella del fallimento della società informatica “Tesi”, salvata grazie ai fondi stanziati dalla Regione ma senza che vi fosse un vero piano industriale capace di rimettere in sesto i conti aziendali. Alcuni dei politici coinvolti avevano una funzione di controllo (erano stati nominati dagli enti di cui facevano parte) sulle attività della società; funzione che, secondo l’accusa, non avrebbero svolto con la necessaria oculatezza. Un aspetto sul quale le difese non sono assolutamente d’accordo e che hanno smontato accusa dopo accusa.
Nel collegio difensivo, tra gli altri, ci sono gli avvocati Nicola Carratelli, Ugo Celestino, Ninì Feraco, Pietro Perugini, Vincenzo Adamo, Pierpaolo Principato, Giacinto Tavernese, Sergio Sangiovanni. Il giudice Angela Lucia Marletta ha aggiornato l’udienza a domani, 18 marzo, quando verrà emessa la sentenza.
m.m.
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