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«Sono gli "Stati generali" bersaniani?»

REGGIO CALABRIA «Le sterili polemiche che la destra calabrese tenta di alimentare a mezzo stampa sulla convocazione degli Stati generali delle politiche giovanili, da parte dell’assessore Roccisano…

Pubblicato il: 18/03/2016 – 10:21
«Sono gli "Stati generali" bersaniani?»

REGGIO CALABRIA «Le sterili polemiche che la destra calabrese tenta di alimentare a mezzo stampa sulla convocazione degli Stati generali delle politiche giovanili, da parte dell’assessore Roccisano, dimostrano ancora una volta come le azioni politiche concrete siano, per alcuni, atti sconosciuti e misteriosi». Sebi Romeo, capogruppo del Pd in consiglio regionale, si schiera a difesa dell’assessore al Lavoro Federica Roccisano, criticata per aver messo in piedi gli “Stati generali delle politiche per i giovani” a trazione democratica. Per Romeo sono polemiche che scompaiono davanti alle «iniziative attivate dall’assessorato al lavoro ed alle politiche sociali a favore delle generazioni che rappresentano la Calabria di domani» e «sono state molteplici e qualitativamente rilevanti. Dal potenziamento di Garanzia Giovani all’apertura del bando Coop Startup».
«Per la prima volta nella storia del regionalismo calabrese – dice Romeo – i giovani vengono chiamati al confronto con tutti i livelli istituzionali e le agenzie di formazione e viene posta su di loro quella vitale attenzione che nessuno in passato ha neanche immaginato di porre. Da più parti arrivano profondi apprezzamenti per la epocale iniziativa che Federica Roccisano ha ideato e organizzato e rimangono incomprensibili le sparute critiche sul curriculum degli interventi calendarizzati. I giovani calabresi potranno dare il loro contributo ed esporre le loro idee in piena libertà, al di là del loro credo politico. A tal proposito ed a riprova del fatto che gli Stati generali non saranno un’iniziativa di parte, fin da subito si sono previsti interventi rappresentativi dell’intero mondo giovanile calabrese. L’esigenza è, e dovrebbe essere per tutti, quella di trovare delle soluzioni ai disagi e non uno spazio per il proprio nome in una locandina».
Di segno opposto le valutazioni dei consiglieri d’opposizione Fausto Orsomarso, Mimmo Tallini e Giuseppe Mangialavori, che chiedono addirittura la sospensione del convegno (previsto per il 21 e il 22 marzo) «per mancanza di garbo istituzionale nei confronti del Consiglio regionale. Si tratta di un’iniziativa propagandistica, che non ha alla base alcun contenuto di cui gli organizzatori possano andar fieri: infatti, gli ultimi dati Istat riferiti al 2015, vedono in calo di 7.400 unità la Calabria per quanto concerne l’occupazione, contrariamente ai dati generali sul Paese e sul resto del Mezzogiorno». Ancora Orsomarso, Tallini e Mangialavori: «Su un tema così fondamentale per la Calabria non è possibile mettere in piedi, spendendo risorse pubbliche, iniziative di una corrente di partito gabbandole per manifestazioni istituzionali. Chiediamo, quindi, al Presidente Oliverio, se non vuol essere ritenuto corresponsabile di uno sgarbo simile, di intervenire richiamando il suo assessore al rispetto del pluralismo e delle prerogative di chi in Consiglio regionale è stato eletto dal popolo. Non invitare il Consiglio regionale ad esprimersi sulle politiche giovanili nel corso di un’iniziativa della Regione, è davvero troppo. Ed è inutile spiegare, perché lo capiscono anche i bambini delle elementari, che il Consiglio regionale non è rappresentato da due soli capigruppo di maggioranza (Pd e ‘Oliverio Presidente’). Mancano gli altri capigruppo della maggioranza e mancano i capigruppo dell’opposizione e tra l’altro, cosa ancora più grave, non compare tra i relatori neanche il Presidente del Consiglio regionale. Forse perché è un renziano?».
Per i tre consiglieri d’opposizione «si tratta di un’iniziativa di una parte del Pd che esclude sia i renziani del Pd che tutti i rappresentanti delle altre forze politiche. La ragione per cui si agisce in un modo cosi irriguardoso dei ruoli politici ed istituzionali, a parte l’inesperienza di chi si attribuisce l’iniziativa e probabilmente anche alla paura del confronto, è la poca stima dell’intelligenza dei calabresi, considerati, evidentemente, come soggetti da prendere in giro con slogan e deplorevole propaganda».

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