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I sindacati in piazza: Crotone in ginocchio

CROTONE “Lavoro, dignità, legalità per cambiare Crotone”. È questo lo slogan che ha animato, questa mattina, a Crotone la manifestazione unitaria di Cgil Cisl e Uil con un corteo che ha attraversat…

Pubblicato il: 19/03/2016 – 12:32
I sindacati in piazza: Crotone in ginocchio

CROTONE “Lavoro, dignità, legalità per cambiare Crotone”. È questo lo slogan che ha animato, questa mattina, a Crotone la manifestazione unitaria di Cgil Cisl e Uil con un corteo che ha attraversato alcune delle principali vie della città per giungere infine in piazza municipio dove si sono svolti gli interventi dei sindacalisti. Lungo il tragitto, davanti alla sede della Provincia, è stato aperto un lungo drappo nero, segnale della condizione difficile dei lavoratori da alcuni mesi senza stipendio. Le motivazioni della manifestazione unitaria riguardano la crisi economica ed occupazione in cui è precipitato l’intero territorio che, a giudizio dei sindacati, puo’ essere recuperata soltanto con un intervento straordinario.
«Le condizioni economiche e sociali della nostra provincia – ha affermato il segretario territoriale della Cgil Raffaele Falbo – impongono decisioni urgenti e non più procrastinabili. È arrivato il momento che Regione e governo mettano in campo provvedimenti concreti e strutturali verso il nostro territorio». Paolo Tramonti, segretario generale della Cisl Calabria ha detto che «da Crotone parte una nuova stagione. Occorrono più trasporto, più sviluppo. Questa area non puo’ fare più a meno di logistica e di infrastrutture. Passiamo dalla navigazione a vista alle idee». Ha concluso gli interventi Guglielmo Loy della Segreteria confederale della Uil.
«Lavoro dignità, legalità – ha detto Loy – stanno insieme e se la politica non esprime queste speranze ci deve pensare qualcun altro. Proposte serie che partono oggi da questa realtà: Crotone puo’ esprimere questa speranza». Loy ha quindi posto l’accento sul deficit di infrastrutture del crotonese che si ripercuote negativamente sulla sua economia. «Se non c’è una normale strada, una normale ferrovia un’impresa non verrà mai e quella che c’è rischia di chiudere».

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