VIBO VALENTIA Nuovi guai per la provincia di Vibo Valentia. L’ente già in ginocchio per la crisi finanziaria che da tempo lo ha colpito potrebbe a breve ritrovarsi a fronteggiare una nuova crisi di natura amministrativa. Il presidente dell’ente, il sindaco di Briatico Andrea Niglia, in carica dalle elezioni di “secondo livello” del settembre 2014, è stato infatti dichiarato incandidabile dalla Corte di Cassazione. La decisione della Suprema Corte, in accoglimento del ricorso presentato dal ministero dell’Interno, riguarda lo scioglimento del Comune di Briatico per infiltrazione mafiosa avvenuto il 19 dicembre 2011, quando Niglia era consigliere comunale d’opposizione. Sul merito, si era espressa la Corte d’Appello di Catanzaro che aveva invece deciso che gli amministratori interessati da scioglimenti per mafia avessero già scontato il proprio turno di incandidabilità in quello «successivo allo scioglimento, di ognuna delle tornate elettorali indicate dall’art. 143, comma 11, del d.lgs. n. 267 del 2000, e, quindi, tanto le elezioni regionali, quanto quelle provinciali, comunali e circoscrizionali». Un’impostazione, questa, non condivisa dai giudici della Cassazione che hanno invece dichiarato l’incandidabilità. Adesso, sulla eventuale sospensione di Niglia dalle cariche di sindaco di Briatico e presidente della Provincia dovrà decidere la Prefettura – mentre l’eventuale decadenza dovrà dichiararla il presidente della Repubblica su proposta del Viminale – e, in questo caso, la guida dell’ente passerebbe, come già avvenuto a Cosenza, al vicepresidente in carica, ovvero Pasquale Fera.
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