In fumo 20 milioni di fondi Ue per l'agricoltura

CATANZARO Un disguido procedurale o se vogliamo un ennesimo caso di cattiva amministrazione tra le stanze della Cittadella regionale. Con un risultato certo: la perdita secca di oltre 20 milioni di euro di fondi Ue destinati all’agricoltura. Uno schiaffo al comparto calabrese che – da quanto emerso anche dall’ultimo report di Confcooperative – ha registrato la peggiore performance del Paese, nonostante – appunto – la mole di finanziamenti provenienti da Bruxelles per risollevare le sorti del settore.

MILIONI DI EURO VOLATI VIA Ora la certificazione della perdita di risorse del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 (Psr Calabria) che, stando ai dati diffusi dalla Rete rurale nazionale, si aggirano appunto ad oltre 20 milioni di euro. Per l’esattezza 20.772.878,20 euro, che dovevano essere spesi entro il 31 dicembre scorso, ma che invece ritorneranno a Bruxelles. Subendo gli effetti del cosiddetto meccanismo del disimpegno automatico.
Un risultato negativo che pone la nostra regione tra le peggiori per performance nell’utilizzo delle risorse del Psr: terza, dopo Campania e Puglia, tra quelle che hanno perso soldi dall’Europa e seconda in termini percentuali. La media italiana delle risorse non utilizzate è stata pari al 1,31 per cento. La Calabria, invece, è riuscita a perdere il 3,16% dell’intera dotazione, che rappresenta circa il 20% della complessiva mole di risorse non sfruttate dall’Italia.

E GLI UFFICI REGIONALI NON COMUNICANO Un ottimo biglietto da visita per la classe amministrativa regionale che ha così incasellato un altro successo negativo: non è riuscita a spendere in 7 anni (in realtà 9 se si applica la regola del N+2) l’intera dotazione per sviluppo dell’agricoltura calabrese. Soprattutto perché – stando alle voci di corridoio – questa somma sarebbe stata rispedita al mittente per un difetto di comunicazione tra il dipartimento Agricoltura e l’Arcea (l’organismo pagatore regionale delle risorse destinate al settore). Il primo avrebbe istruito le pratiche per saldare le iniziative finanziate con i fondi Feasr, rimandate poi indietro dai tecnici dell’Arcea (secondo soggetto chiamato in causa) per un’errata valutazione del capitolo di bilancio predisposto per effettuare i pagamenti con risorse Ue.
Sarebbe bastato cioè che qualcuno comunicasse all’altro l’esatto ammontare di quanto rimasto sul fondo di competenza o quantomeno si fossero coordinati meglio nella gestione delle pratiche. Un difetto di comunicazione che non è l’unico responsabile di quanto accaduto ma frutto anche dell’atavico difetto tutto calabrese di procedere alla rendicontazione e istruzione delle pratiche sempre all’ultimo secondo utile: trasmissione degli atti pochi giorni prima di una scadenza già fissata da anni al 31 dicembre. Un errore che avrebbe mandato su tutte le furie lo stesso responsabile italiano del Fesr, Gianfranco Colleluori. Ma c’è di più. L’importo disimpegnato, inoltre ha generato un altro danno per il comparto: la perdita della quota di compartecipazione pari a circa 14 milioni. Che si riverbererà anche sulla prossima programmazione, operativamente ancora neppure partita (un programma si considera avviato quando vengono pubblicati i primi bandi). Nulla di nuovo, dunque sotto il sole dell’agricoltura calabrese.

Roberto De Santo
r.desanto@corrierecal.it