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Unical, personale tecnico-amministrativo nel Cda: «Giochi già fatti?»

RENDE «Le nostre recenti dimissioni dal sindacato Uil Rua, scaturite dalla mancata condivisione delle strategie messe in atto negli ultimi periodi (che hanno, a nostro parere, marginalizzato il ruo…

Pubblicato il: 21/03/2016 – 14:13
Unical, personale tecnico-amministrativo nel Cda: «Giochi già fatti?»

RENDE «Le nostre recenti dimissioni dal sindacato Uil Rua, scaturite dalla mancata condivisione delle strategie messe in atto negli ultimi periodi (che hanno, a nostro parere, marginalizzato il ruolo del personale Tecnico-Amministrativo e di Biblioteca), non hanno attutito in noi il desiderio di sentirci parte viva e attiva della comunità universitaria». È quanto si legge in una nota firmata da Lorella De Buono, Francesco Grandinetti, Salvatore Ricchio, Gianluca Scarpelli.
«Anche questa volta – proseguono – dopo l’emanazione del D.D. n.65 del 15 febbraio scorso, riguardante la presentazione delle candidature per la designazione dei cinque componenti interni del Consiglio di amministrazione, ci siamo chiesti: chi saranno i prescelti? Saranno riconfermati gli uscenti? Ci sarà un consigliere scelto tra il personale tecnico-amministrativo e di Biblioteca? Il Magnifico, durante la sua campagna elettorale, in diverse riunioni aveva più volte affermato di non nutrire preclusioni riguardo la presenza di un consigliere proveniente dal ruolo del personale tecnico-amministrativo, anzi, a dire il vero si era impegnato a sostenere tale causa. E noi, ricordando le sue parole e riponendo notevole fiducia nel suo operare, abbiamo avanzato la candidatura di un collega che riteniamo essere persona competente, sia per l’esperienza in campo gestionale acquisita per il lavoro svolto, sia per l’esperienza maturata proprio negli Organi della nostra Università. Abbiamo presentato la candidatura, inoltre, anche per avere consapevolezza di quali competenze fossero necessarie per far parte del ristretto gruppo di persone da proporre al Senato accademico, quali potenziali consiglieri di amministrazione».
Prima di proseguire, De Buono, Grandinetti, Ricchio e Scarpelli ricordano a grandi linee quale sia lo svolgimento della procedura di designazione, nella sua prima applicazione: «Il Rettore Latorre, tre anni fa, propose, tra le candidature pervenute, quattro membri interni ed uno esterno al Senato accademico. Quest’ultimo, da parte sua ne propose uno interno ed uno esterno. In una sola seduta, il Senato ed il Rettore esaminarono i curricula di tutti i candidati (38 interni e 47 esterni), li compararono e, infine, concordarono, seppur non all’unanimità, sulle proposte (verbale del 23 marzo 2013). Erano tempi, quelli, in cui tutto – spiegano – doveva svolgersi secondo piani prestabiliti, per cui soffermarsi ulteriormente sulla valutazione sarebbe stata solo una perdita di tempo. Oggi, ci chiediamo, è tutto altrettanto chiaro? I giochi sono già stati fatti o c’è ancora un margine di manovra?».
«Bene hanno fatto le organizzazioni sindacali – aggiungono De Buono, Grandinetti, Ricchio e Scarpelli – ad incontrare il Rettore e a chiedere delucidazioni in merito alla questione, considerate anche le promesse del Magnifico. Il risultato dell’incontro, tuttavia, ha destato in noi una serie di perplessità. Dai comunicati di Cgil, Cisl, Usb e Uil risulta essere stata “ribadita al Rettore la volontà del personale Tecnico-Amministrativo di far parte del Consiglio di Amministrazione, ma non su designazione. Pertanto, nelle more di una modifica di Statuto che ripristini il principio del voto, come forma di democrazia, abbiamo chiesto che si proceda alla costituzione di un organo collegiale con funzioni consultive: “Consulta del personale tecnico-amministrativo e di biblioteca”, per come già costituito in altre Università. L’organismo andrà convocato in concomitanza del Consiglio di Amministrazione ed esprimerà parere su…”. Il nostro Statuto, però, rivisitato alla luce della Legge 240/2010, ha sposato una filosofia di fondo che prevede la formulazione di un Consiglio “di competenze” e non di “rappresentanze”. La sola rappresentanza prevista, peraltro dettata dalla Legge, riguarda la componente studentesca».
«In tale quadro normativo, la questione della rappresentanza, per come richiesta dai sindacati, perché dovrebbe riguardare – chiedono – soltanto il personale Tecnico-amministrativo e di Biblioteca e non i ricercatori ed i docenti di I e II fascia? E, della Consulta – che, chiariamo, non sarebbe un organismo statutario a differenza di altre Università dove, invece, lo è – dovrebbero far parte anche le categorie sopra citate? E comunque, nelle more di una modifica di Statuto che sancisca il principio del voto, perché non potrebbe un’unità di personale Tecnico-Amministrativo e di Biblioteca far già parte di questo Consiglio?».
Sono questi i dubbi che De Buono, Grandinetti, Ricchio e Scarpelli intendono portare all’attenzione del Rettore. «Il Magnifico, infatti, sin dall’inizio della sua campagna elettorale ha parlato di trasparenza, senza la quale, aggiungiamo noi, non si potrà mai chiarire ciò che oggi appare confuso ed opaco. Sarebbe apprezzabile, sulla scia di questo principio, che il Rettore pubblicasse i curricula di tutti i candidati, interni ed esterni, prima della designazione. Ciò che oggi appare evidente è che, purtroppo, non sono presenti – concludono – segni di discontinuità rispetto ad un passato non condiviso. Il dubbio più atroce è che, tenendo conto delle tempistiche non certo celeri che una modifica di statuto comporterebbe, questo modello organizzativo possa diventare un modello strutturale che nulla avrebbe di innovativo e di conforme rispetto agli impegni rettorali».

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