BRUXELLES «Stiamo vivendo ore di grande apprensione. Poco dopo le esplosioni ci siamo subito resi conto che si trattava di qualcosa di grave e non di un incidente. Adesso nel quartiere in cui si trovano i nostri uffici, Woluwe nella zona nord ovest di Bruxelles a pochi minuti dall’aeroporto Zaventem, c’è davvero un un clima spettrale». È questa la testimonianza di Silvia De Angelis, dipendente della multinazionale Ingersoll Rand che ha sede a Bruxelles, nei pressi dello scalo aeroportuale teatro stamane di un attentato terroristico. Un altro attacco è stato registrato tra le fermate della metropolitana Schuman e Maelbeek. Il bilancio provvisorio è di 23 morti e di 35 feriti.
«Si sentono solo le sirene delle forze dell’ordine e delle ambulanze – continua Silvia De Angelis –. Le strade in direzione aeroporto sono completamente bloccate e non c’è modo in questo momento di spostarsi verso il centro cittadino. I tassisti hanno sospeso il normale servizio per prestare soccorso a quanti sono rimasti bloccati in aeroporto. Poco fa è arrivata anche la richiesta di donatori di sangue da parte della Clinique universitaire Saint Luc. Per i dipendenti dei tanti uffici presenti in questa zona, il problema adesso è organizzare al meglio lo spostamento verso le rispettive abitazioni».
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