REGGIO CALABRIA Errare umano, perseverare diabolico. Chi dopo Rimborsopoli, pensava che i gruppi consiliari non avrebbero mai presentato bilanci meno che irreprensibili si è sbagliato di grosso. In Consiglio regionale, si continua a pasticciare con i rendiconti. A dirlo è la sezione regionale della Corte dei Conti, che di recente ha rispedito indietro i rendiconti presentati dai gruppi consiliari a giustificazione dei fondi pubblici stanziati per le loro attività. Non si tratta di cifre risibili. Al contrario. Nonostante i tagli, con delibera del 26 maggio 2015, il consiglio regionale ha approvato una spesa pari a 328.671,78 euro per le attività dei gruppi, più 8.159,75 per ciascun consigliere per le spese di funzionamento. Ma il problema è che – stando ai rilievi dei giudici contabili – quasi nessuno è stato in grado di fornire tutte le pezze d’appoggio necessarie per giustificare quelle spese.
L’OPPOSIZIONE Per quanto riguarda Forza Italia, che conta tre consiglieri, la Corte segnala subito che non risulta illustrata la finalità istituzionale, né è stata prodotta alcuna documentazione a supporto dei 197,50 euro messi a bilancio per “Rimborso spese per missioni e trasferte del personale del gruppo”, ma nella documentazione presentata mancano anche le registrazioni degli acquisti dotazioni informatiche, come i report annuali sui contratti a progetto del personale del gruppo, costato la bellezza di 115.862,7 euro. La Casa della libertà (due consiglieri) invece deve spiegare al Consiglio e ai giudici come mai il collaboratore Alessandro Biafora non risulti in nessuna delle relazioni finali che il gruppo è obbligato a presentare. Il più preciso dei gruppi d’opposizione sembra essere quello del Nuovo Centrodestra (due consiglieri) cui la Corte imputa solo di non aver firmato i progetti trasmessi.
I MONOGRUPPI Discorso a parte meritano i monogruppi – ossimorico termine per indicare quelle formazioni composte da un solo consigliere – che quanto meno in teoria non hanno diritto ai finanziamenti, a meno che come tali non siano stati eletti. Su questo è la Presidenza del consiglio regionale a dover fornire spiegazioni, anche perché c’è più di un appunto che la magistratura contabile muove alle “monadi” del consiglio regionale. Calabria in rete, che in Consiglio ha mandato la sola Flora Sculco, dovrà rendicontare e produrre idonea documentazione (contratti, progetti e relative relazioni) in merito alla spesa per il personale che, secondo i dati forniti dal consiglio regionale ammonta a 40.035,88 euro. Qualche grana in più per mettere a posto le carte potrebbe averla La Sinistra, rappresentata in Consiglio dal solo Gianni Nucera. In primo luogo, il gruppo dovrà documentare l’inerenza con la propria attività dell’incontro regionale con i docenti delle scuole medie e superiori sulla riforma “Buona scuola”. Per quel meeting – in realtà, specifica la Corte, un’assemblea autoconvocata dalle insegnanti – tenutosi in agosto a Lamezia quale sono stati messi a bilancio circa 80 euro per l’affitto della sala al Grand Hotel di Lamezia. Cifra modesta, ma resta aperta la questione dell’appropriatezza.
SPESE E COLLABORATORI MISTERIOSI Allo stesso modo, deve essere chiarito a cosa si riferiscano i 296,26 euro messi a bilancio per la «spedizione posta target a favore della tabaccheria Bagnato Giuseppe di viale Calabria a Reggio». In più, i giudici sottolineano che per quanto riguarda la spesa per il versamento delle ritenute fiscali e previdenziali vi è una discrepanza fra l’importo indicato nel rendiconto (734,64 euro) e quello comunicato dal consiglio regionale nell’apposito prospetto riepilogativo, in cui risulta essere esattamente la metà (367,32). Infine, c’è un giallo che riguarda una collaboratrice. Regina Chinigò- moglie dell’ex consigliere provinciale del Pdl Giuseppe Eraclini – non risulta nell’elenco “Progetto reddito minimo soglia di povertà”, eppure lei stessa si è definita addetta responsabile di segreteria nella dichiarazione in merito al lavoro reso nell’ambito di tale progetto.
IL GRUPPO MISTO Il gruppo misto è attualmente formato da due consiglieri, Domenico Tallini e Fausto Orsomarso. Gli appunti mossi dalla magistratura contabile non sono pochi. Il gruppo ha dimenticato di allegare alla propria documentazione copia conforme del libro giornale delle operazioni bancarie e di cassa, come le registrazioni per l’acquisto di due computer e due stampanti. In più, «alla luce del principio della ragionevolezza della spesa» dovrà spiegare il contratto con il dottore Aristide Vercillo Martino, pagato 5.835,48 euro per una «consulenza in materia di lavoro, elaborazione dati ed attività professionale finalizzata alla predisposizione del rendiconto annuale». Un lavoro – sembra suggerire la Corte – che non giustifica quell’esborso se è vero che «il rendiconto consta, oltre che delle suddette spese per il personale, come detto gestite dal consiglio regionale, di sole altre due fatture, una per materiale di cancelleria per 123,50 euro e una per materiale informatico per 1.649,93, di talché l’importo corrisposto al consulente di cui sopra risulta pari al doppio delle risorse da rendicontare»
LA MAGGIORANZA Ancor più da fare si dovranno dare i Democratici progressisti, che dovranno specificare sulla base di quali fatture mettano in contro circa 90 euro di spese telefoniche e trasmissione dati, così come l’attinenza con le finalità del gruppo di una serie di eventi per i quali sono state messe a bilancio tanto spese per stampati, come per attività promozionali, di rappresentanza, convegni e attività. «Ciò si rende necessario – scrivono i giudici – anche alla luce della difficoltà di riscontrare documentalmente un nesso tra l’oggetto di alcuni degli eventi in parola e le associazioni destinatarie delle erogazioni considerate». Alla Corte deve essere infatti sembrato quanto meno strano – e per questo lo segnalano – che per un evento sulla “Responsabilità sociale delle imprese” e uno su “Endometriosi registro regionale” sia stata finanziata l’associazione culturale Nuova arberia brutia, o ancora che per l’evento “Registro tumori di Calabria” i fondi siano finiti in mano all’associazione “Scuola d’arte Musikè”. In più segnala la Corte, è necessario chiarire se si tratta di «esborsi sostenuti per accedere alle peculiari competenze e conoscenze di un soggetto esterno al consiglio regionale destinatario dei relativi compensi o rimborsi spese (nel qual caso sarebbe corretta l’allocazione alla voce “Convegni”) oppure di costi affrontati per l’utilizzo dei locali delle associazioni destinatarie delle erogazioni (nel qual caso la corretta allocazione sarebbe alla voce “spese logistiche” che, tra l’altro rispondono ad altre finalità e requisiti di legittimità)». Qualche precisazione la Corte la vuole anche sull’inerenza al fine e all’attività istituzionale del gruppo dell’evento “Le politiche ambientali di cui la Calabria ha bisogno”, per le cui spese logistiche sono stati addebitati circa 158,60 euro. E poi, i consiglieri devono fare bene i conti delle “Spese per l’acquisto o il noleggio di dotazioni informatiche e di ufficio”: il totale delle spese documentate è pari a 2.800.00 euro, ma non risponde ai 3.034,00 messi a bilancio.
PARTITO DEMOCRATICO Altrettanto complesso è l’elenco di mancanze contestate al Partito democratico. Per i giudici deve giustificare l’inerenza al fine e all’attività istituzionale del gruppo dell’evento “pPesentazione proposta di legge emersione del lavoro nero – una regione dei diritti e del lavoro” per il quale ha speso 488 euro di sala, ma soprattutto deve fornire una serie di chiarimenti riguardo il personale. In primo luogo, «alla luce del principio della ragionevolezza della spesa», deve spiegare come mai abbia affidato incarichi e consulenze alla dottoressa Fragomeni per un totale di 37.906,70 euro (diviso in 12 parcelle) a fronte di una spesa complessiva del Gr
uppo di 299.895,85. Allo stesso modo dovrà chiarire compiti e ruoli di una serie di collaboratori fantasma come Calonico, Ierace e Panetta che – sottolineano i giudici – «non risultano inseriti in alcuno dei progetti di lavoro». Ma Panetta, insieme a Graziano non risulta inserito neanche nelle relazioni finali fornite alla Sezione.
OLIVERIO PRESIDENTE Altre grane per il gruppo Oliverio Presidente. Primo, per due missioni a Roma c’è discrepanza fra quanto riportato in rendiconto, dove si giustificano con «incontri Anci e Parlamentari» e quanto affermato nelle autorizzazioni di spesa, accordate per «incontri presso il Coni e con l’Arch. Mille». Secondo, ci sono 1.360,00 messi a bilancio per un pernottamento per 4 ospiti, un pranzo per 10 persone e una cena per 15, in relazione al convegno “Tutela e valorizzazione dei paesaggi rurali” che necessitano più di una spiegazione. I giudici rilevano infatti che quella fattura è intestata al Consiglio e non al gruppo, al quale non c’è documento che riconduca l’attività. In più, non è dato sapere chi abbia usufruito del vitto e dell’alloggio, e soprattutto a che titolo.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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