Denunce incrociate al processo Naccari

REGGIO CALABRIA Rischia di trasformarsi in una fabbrica di denunce e controdenunce, accuse incrociate, querele e citazioni per diffamazione il processo che vede attualmente imputato l’ex consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi, e la moglie, Valeria Falcomatà, più una serie di dirigenti e ex dirigenti dell’Asl. Ma adesso chi li ha trascinati in tribunale, la dottoressa Mariolina Arcidiaco, deve passare dietro al banco degli imputati. La primario facente funzioni di dermatologia dovrà infatti presentarsi il prossimo 21 aprile di fronte al giudice di pace di Reggio Calabria per rispondere delle definizioni – quanto meno poco garbate – che ha riservato al collega Antonino De Caridi, nel corso della deposizione al cosiddetto processo Naccari. Per la Arcidiaco, anche De Caridi – non imputato – sarebbe stato parte della complessa combine che avrebbe dovuto assegnare un posto da dirigente medico alla Falcomatà. In cambio, il presidente della commissione di quel concorso, avrebbe ottenuto il posto da primario. Ovvero, quello che lei da facente funzione ricopriva. Una partita complessa, di cui anche De Caridi a detta della Arcidiaco avrebbe fatto parte, raccontata con trasporto durante l’udienza dalla principale testimone d’accusa. Forse troppo trasporto, se è vero che la dottoressa non ha esitato a bollare più volte De Caridi come “un cretino”, accusandolo di essere “inadatto alla professione medica”. Parole pesanti per un collega dirigente medico alla Mater domini di Catanzaro, con oltre trent’anni di servizio alle spalle, e pronto adesso a presentare il conto.

a.c.