FEROLETO ANTICO «Le riforme costituzionali come passaggio necessario per modernizzare e agevolare lo svolgimento della vita democratica nel nostro Paese». È quanto è emerso – si legge in una nota – nel corso di un incontro che si è svolto a Feroleto Antico alla presenza del deputato del gruppo Ala Giuseppe Galati, di Francesco Granato e Salvatore De Biase, presidenti dei “comitati per il Sì” di Catanzaro e Lamezia, di Roberto Guerriero, del gruppo Psi-Pse al consiglio comunale di Catanzaro, di Peppino Ruberto, “promotore del Sì” per i patronati e di Mario Bonacci, in rappresentanza del mondo delle piccole e medie imprese. I componenti dei comitati hanno, altresì, dichiarato di volersi incontrare al più presto ed espresso la volontà di «creare strutture aperte alla partecipazione di cittadini, istituzioni o chiunque voglia dare un concreto contributo ad una svolta storica che attende l’Italia. Un’iniziativa che, partendo dall’area centrale della Calabria, punta a coinvolgere tutte le province calabresi».
«Un Paese che intende innovarsi e andare incontro alle mutate esigenze dei cittadini – sottolineano i promotori – deve incidere profondamente sui suoi apparati burocratici. Nasce da una precisa volontà del parlamento e dei cittadini la necessità di giungere al superamento del bicameralismo perfetto, alla riduzione del numero dei parlamentari, al conseguente contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni e alla revisione del titolo V della Costituzione. Con la trasformazione del Senato in organo di rappresentanza delle istituzioni territoriali (mediante la riduzione dei suoi componenti a cento unità), lasciando alla sola Camera dei Deputati la titolarità del rapporto di fiducia, della funzione di indirizzo politico e di controllo dell’operato del Governo, è possibile realizzare processi decisionali più veloci ed efficaci. Tutto ciò accadrebbe senza far mancare quell’indispensabile partecipazione democratica, ma consentendo al Paese di avvicinarsi ai cittadini e a quell’idea di cambiamento più volte invocata dall’Europa. Diciamo basta al bicameralismo perfetto che di fatto ostacola lo sviluppo del Paese e invochiamo – concludono – una reale sfida di cambiamento attraverso un’azione condivisa e lungimirante».
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