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Anche l'Asp dispone un'indagine interna

VIBO VALENTIA Il direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia Angela Caligiuri «rivolge primariamente il suo unico pensiero alla giovane signora che è deceduta prematuramente e improvvisamente pres…

Pubblicato il: 23/03/2016 – 17:35
Anche l'Asp dispone un'indagine interna

VIBO VALENTIA Il direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia Angela Caligiuri «rivolge primariamente il suo unico pensiero alla giovane signora che è deceduta prematuramente e improvvisamente presso l’ospedale cittadino e oltre a esprimere profonda tristezza, manifesta autentico sentimento di vicinanza alla famiglia, al marito, ma soprattutto ai figli che in tenera età si trovano drammaticamente privati del calore e dell’affetto materno». La nota dell’Asp di Vibo Valentia si rivolge innanzitutto alla tragedia che ha colpito la famiglia di Domenica Mandaradoni, la donna il cui decesso ha portato all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Vibo Valentia.
«Considerata la gravità della circostanza – continua il comunicato stampa – lo stesso direttore generale ha disposto, immediatamente, una inchiesta interna volta a raccogliere ogni informazione utile a fare chiarezza sul drammatico evento. A tal fine, in prima mattinata, ha convocato i direttori delle Unità operative dove la signora ha ricevuto assistenza nei vari momenti della sua permanenza in ospedale e il medico di famiglia che ha prestato assistenza alla stessa presso il suo domicilio e inoltre il direttore sanitario del presidio ospedaliero, il responsabile del Rischio clinico e il rappresentante delle professioni sanitarie».
Segue il racconto degli elementi raccolti in questa fase iniziale: «I sanitari presenti hanno riferito che la signora ha avuto un primo accesso al Pronto soccorso in data 21 marzo alle 4 circa e veniva dimessa alle 8,15, in considerazione del miglioramento delle sue condizioni e soprattutto dal risultato degli esami clinici effettuati che non mostravano alterazioni dei valori ematici. All’atto della dimissione veniva formulata diagnosi di gastroenterite con prescrizione di specifica terapia e consigliato successivo controllo dal medico curante».
L’evoluzione del quadro clinico viene riassunta nel passo successivo: «Lo stesso giorno durante le prime ore pomeridiane, la paziente si ripresenta al pronto soccorso lamentando ulteriori sintomi. Il medico di turno dispone la riesecuzione degli esami ematochimici, inizia la terapia sintomatica e mantiene la paziente in osservazione».
A quel punto, «mentre si attendevano i risultati degli esami eseguiti, sopraggiungeva un peggioramento del quadro clinico e lo stesso sanitario somministrava ulteriori terapie e contestualmente richiedeva consulenza specialistica a supporto di un completo inquadramento dello stato clinico. A questo punto lo specialista interessato rilevava alterazioni preoccupanti tant’è che disponeva l’immediato trasferimento in Terapia intensiva della paziente».
È in questo reparto che «venivano effettuati ulteriori accertamenti clinico-diagnostici, dai quali si rilevava la gravità del caso, tanto da richiedere l’intervento del medico rianimatore e dello specialista nefrologo anche per verificare la possibilità di un trasferimento presso il Policlinico di Germaneto per interventi medici di alta specialità. Ma l’ulteriore peggioramento e il precipitare del quadro clinico complessivo, non permettevano il trasferimento della paziente. Nonostante i molteplici tentativi (circa 2 ore) di rianimazione alle ore 21,40 sopraggiungeva il decesso».
«Nella stessa serata il direttore generale dell’Asp e gli stessi primari dei reparti che hanno avuto in cura la signora – continua il resoconto –, hanno richiesto al direttore sanitario dell’ospedale di dare avvio a tutte le procedure necessarie all’effettuazione del riscontro diagnostico sulla salma della paziente, per accertare completamente l’evoluzione del quadro clinico che ha portato al drammatico epilogo. Il direttore sanitario ospedaliero ha, pertanto, proceduto al recupero di tutta la relativa documentazione sanitaria per richiedere al Servizio di Medicina legale, così come prevede la normativa, il riscontro diagnostico informando immediatamente di questa procedura la famiglia. Subito dopo interveniva la Procura della Repubblica che apriva un’indagine e avviava tutte le procedure previste dalla legge».
«L’Azienda Sanitaria – chiosa la nota diffusa dall’Asp –, al fine di chiarire ogni aspetto riguardante questa grave vicenda, si rende disponibile a collaborare, per quanto necessario e soprattutto per tutelare l’interesse collettivo della verità, con gli organi competenti per ogni utile azione che gli stessi riterranno opportuna e indispensabile».

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