RENDE Ci sono le dichiarazioni di alcuni pentiti, rispetto alle quali sono stati effettuati diversi riscontri, all’origine dell’operazione di oggi, che ha portato all’arresto di 10 persone, fra cui esponenti politici calabresi, su ordine della Dda di Catanzaro. In particolare, secondo gli inquirenti, l’accordo fra esponenti della cosca Lanzino-Ruà, prevedeva, a fronte di richieste di consensi elettorali, una «sistematica elargizione di favori» da parte di alcuni esponenti politici dell’amministrazione comunale di Rende in un arco temporale molto prolungato. Beneficiari di questo sistema, sempre secondo l’accusa, personaggi della criminalità organizzata cosentina. Il tramite fra la cosca e i politici sarebbe stato Adolfo D’Ambrosio, al quale i politici si rivolgevano. Al centro dello scambio di favori, sarebbe stata la societa “Rende 2000”, poi divenuta “Rende Servizi”, nella quale venivano assunti elementi gravitanti nell’area della cosca. Per un certo periodo, nella società sarebbe stato assunto lo stesso boss Lanzino. Secondo quanto riferito da alcuni pentiti, una parte delle retribuzioni percepite dai personaggi assunti, che neanche si presentavano sul posto di lavoro pur percependo lo stipendio, finiva nella “bacinella” del clan.
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