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I Consorzi di bonifica e la demagogia di Coldiretti

La conferenza stampa tenutasi qualche giorno fa alla Cittadella regionale e relativa alla presentazione di un nuovo piano irriguo regionale impone a chi quotidianamente di questi temi si occupa di …

Pubblicato il: 24/03/2016 – 12:23

La conferenza stampa tenutasi qualche giorno fa alla Cittadella regionale e relativa alla presentazione di un nuovo piano irriguo regionale impone a chi quotidianamente di questi temi si occupa di esprimere un’opinione fondata sui fatti e su precise conoscenze; veicolare infatti il messaggio che i consorzi di bonifica siano una realtà da glorificare è alquanto preoccupante e contradditorio.
Riguardo ad alcuni servizi fondamentali, irriguo e reti di colo, in quasi tutte le realtà consortili esistono problemi legati alla riduzione di giornate dei lavoratori del settore irriguo; i lavoratori della rete di colo, invece ed a causa dell’azzeramento del capitolo di bilancio della Regione Calabria, non possono essere chiamati a svolgere servizi di fondamentali importanza, soprattutto a seguito dei danni causati dal maltempo, per ragioni di ordine finanziario.
È davvero strano sentire dal presidente regionale di Coldiretti – organizzazione impegnata nella gestione della quasi totalità dei consorzi di bonifica calabresi – che la Regione non debba inserire negli appositi capitoli di bilancio adeguate risorse relative all’irrigazione e alla rete di colo. Se cosi è perché allora i Consorzi si trovano con pagamenti arretrarti per i dipendenti, mancato versamento degli oneri contribuitivi, con una continua riduzione di giornate lavorative che si ripercuote, inevitabilmente, sull’erogazione di servizi essenziali?
Se è cosi perché gli stessi presidenti dei Consorzi – al riparo delle iniziative targate Coldiretti e quanto evidentemente è possibile parlare guardando in faccia la realtà – affermano chiaramente di essere in evidente difficoltà?
Queste Federazioni sindacali hanno sempre dimostrato senso di responsabilità e serietà nel trovare le soluzioni adeguate e sostenibili per i molti problemi sul tappeto chiedendo una riqualificazione e diversificazione dei servizi erogati che devono essere efficienti e non virtuali come spesso purtroppo avviene nel territorio calabrese.
Abbiamo sempre percorso la via della concretezza e non della demagogia che invece sembra caratterizzare tutte le iniziative in cui il presidente della Coldiretti si sforza di celebrare un sistema le cui fondamenta scricchiolano in maniera evidente. Come sindacati pretendiamo servizi di qualità, un lavoro che sia dignitoso e rispettato per quei lavoratori che – con onestà – svolgono il loro dovere quotidiano; se c’è, invece, qualche organizzazione professionale che confonde le legittime iniziative unitarie sindacali per rivendicare diritti, qualità dei servizi e lavoro con un utilizzo dei lavoratori definito «come scudi umani» è proprio la Coldiretti e il suo presidente.
Alcune semplici domande, per amore di verità.
Il presidente Molinaro forse non ricorda di aver chiesto ed ottenuto, attraverso il coinvolgimento dei Consorzi di bonifica, la presenza dei lavoratori forestali, nelle iniziative della Coldiretti per garantire una presenza massiccia alle iniziative e dimostrare la sua rappresentanza?
Chi è che usa i lavoratori come numero? I costi di quelle presenze da chi sono stati sostenuti? Cosa c’entra la Coldiretti con i lavoratori forestali?
Non rientra nella nostra mission né nella nostra etica comportamentale utilizzare o indicare i lavoratori come “scudi umani” secondo l’inqualificabile terminologia usata dal presidente Pietro Molinaro. Il sindacato, forte di una storia e di precisi valori, rigetta tanto la definizione, quanto il significato che vi si vuole sottendere. Il presidente regionale della Coldiretti ha assunto – negli ultimi tempi – atteggiamenti affatto costruttivi al punto che alcuni Consorzi di bonifica mostrano segni di insofferenza e non condivisione; proprio la Coldiretti negli ultimi anni ha appesantito i bilanci consortili con iniziative di innovazione che potevano essere acquisite in opensource (come programmi di contabilità), senza ulteriori aggravi di spesa a carico dei consorzi. Vi sono poi anche perplessità in merito ad assunzioni pseudo professionali degli ultimi anni, di alta specializzazione, di cui si poteva tranquillamente fare a meno visti i risultati registrati.
Sentiamo, dunque, tutta la nostra responsabilità nel proseguire il nostro impegno registrando il forte disagio presente in tutti gli enti consortili e chiedendo al presidente Oliverio interventi precisi ed immediati sulla governance dei Consorzi di bonifica. Il rischio, infatti, è che a pagare il prezzo di tutte queste vicende sarà ancora l’anello più debole: i lavoratori da una parte e i cittadini dall’altra.
I consorzi richiedono una profonda riorganizzazione ed il risultato finale e positivo non può che passare attraverso la partecipazione e la condivisione; le polemiche e le dichiarazioni oltre il limite del buon gusto le lasciamo ad altri. Ci auguriamo che una netta inversione di tendenza arrivi presto, a beneficio degli enti consortili, dei territori, dei lavoratori e dell’immagine complessiva della Regione che non può permettersi di perdere ulteriore tempo perché l’azione degli enti consortili è strategica per un settore, quello agricolo, decisivo per tutti.

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