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Barbanti: sulla Sacal la classica vittoria di Pirro?

CATANZARO «Sulla vicenda della Sacal GH tanti sono stati ieri i comunicati di giubilo. Ma siamo sicuri di non trovarci di fronte alla classica vittoria di Pirro?». È quanto si chiede, in una dichia…

Pubblicato il: 25/03/2016 – 18:21
Barbanti: sulla Sacal la classica vittoria di Pirro?

CATANZARO «Sulla vicenda della Sacal GH tanti sono stati ieri i comunicati di giubilo. Ma siamo sicuri di non trovarci di fronte alla classica vittoria di Pirro?». È quanto si chiede, in una dichiarazione, il deputato del Pd, Sebastiano Barbanti. «L’operazione è stata conclusa – prosegue il deputato – grazie all’inserimento di due elementi: una clausola di salvaguardia del personale per 5 anni e la costituzione di una Spa in luogo della prevista Srl. Letta così sembrerebbe sia tutto in ordine, ma approfondendo l’analisi troviamo diversi punti interrogativi che mi danno da ragionare sui risultati positivi dell’operazione. Innanzitutto la salvaguardia dei cinque anni consta in una clausola che andrebbe inserita nel prospetto di assegnazione ai privati del 40% della handling; clausola che sarebbe stata scritta sul momento e sulla cui legittimità giuridica e applicabilità sarebbe lecito esprimere tutti i dubbi del caso. Inoltre, in che modo questa si possa conciliare con la tutela senza limiti di tempo prevista dal contratto tra le parti già firmato da alcune sigle sindacali resta una domanda aperta. Ma soprattutto, qualora la clausola non preveda un perimetro più ampio della tutela già inserita nel contratto, non si capirebbe quale possa essere stata la vittoria ottenuta».
«In merito al cambio di ragione sociale – sostiene ancora il parlamentare – non riesco a vedere quali maggiori garanzie, ai dipendenti ed agli investitori, possa dare allo stato dell’arte questa Spa rispetto alla Srl. La sostenibilità di un’azienda in fase costituenda la si può valutare, cum grano salis, attraverso l’analisi del business plan. E purtroppo del business plan nessuno parla e non se ne vede traccia: come vorrà posizionarsi la handling rispetto alla concorrenza? Quale sarà il suo giro d’affari? Come vorrà conquistarlo? Quali servizi si propone di offrire e a chi? Quale sarà la sua organizzazione? Di quanti dipendenti necessiterà per svolgere le mansioni che si prefigge? Quasi saranno i suoi ricavi, i costi, gli investimenti e quindi l’utile e la remunerazione per gli azionisti? Si dice che si vuole affidare il 40% della handling ad un partner internazionale dalla comprovata esperienza che apporti competenze, ma quale azienda investirà mai in una handling a scatola chiusa?».
«Mi auguro ovviamente – conclude Barbanti – tutto il bene possibile per i lavoratori e l’indotto economico per il territorio sperando che gli interrogativi posti trovino spazio per una discussione interna volta ad assicurare una reale sicurezza e sostenibilità dell’operazione».

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