RENDE Il Psi cosentino e quello rendese «seguono, con molta attenzione, – è scritto in una nota – l’evolversi della vicenda giudiziaria che ha coinvolto la politica rendese. Siamo certi che l’amico e compagno Pietro Ruffolo (così come tutti gli altri esponenti politici coinvolti) dimostrerà, ancora una volta, la propria estraneità ai fatti contestati. Fatti, quest’ultimi, che, soltanto qualche anno fa, venivano già ampiamente valutati dalla magistratura e ritenuti assolutamente insussistenti. Non vogliamo credere, infatti, che lo sviluppo sociale, economico e culturale della città di Rende sia stato, in realtà, sorretto da un “sistema” politico-mafioso. Nello stesso tempo, riponiamo la massima fiducia nell’operato della magistratura, affinchè possa fare chiarezza fino in fondo e con estremo rigore. Bandendo i giudizi sommari e approssimativi che taluni, già in questa fase, hanno voluto emettere nei confronti di cittadini incensurati che, fino a quando non ci sarà una sentenza definitiva, si presumono innocenti».
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