REGGIO CALABRIA REGGIO CALABRIA Per mesi ha minacciato, malmenato e in un’occasione anche violentato la sua ex ragazza, tanto da farle concretamente temere per la sua vita e quella dei familiari. Per questo motivo, il pm Valentina Giammaria e il procuratore aggiunto di Palmi Ottavio Sferlazza hanno chiesto e ottenuto l’arresto del consigliere provinciale del Pri Rocco Sciarrone, finito oggi agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico che ne monitora i movimenti. Fin dall’estate scorsa – è emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Palmi – la vita della donna è stata un rosario di minacce, anche di morte, percosse, pedinamenti, danneggiamenti e lesioni da parte del politico. Patologicamente geloso di lei, che proprio per questo aveva deciso di chiudere con Sciarrone, il consigliere provinciale anche dopo la fine della relazione ha continuato a tormentarla in modo spregiudicato, compulsivo e ossessivo. Per suo ordine, la ragazza non poteva avere alcun amico, neanche virtuale, non doveva indossare abiti succinti, era obbligata a non salutare uomini per strada, incontrare o chiamare amici e conoscenti di sesso maschile. Sciarrone – hanno svelato le indagini della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Palmi – ne verificava telefonate, contatti e attività su internet e sui social, arrivando a distruggerle almeno una volta il telefono. Ma l’uomo controllava anche i movimenti della ragazza, pedinandola regolarmente, per poi insultarla e picchiarla selvaggiamente, in pubblico e in privato, quando qualcosa non era di suo gusto. Umilianti reprimende che non ha esitato a fare anche di fronte ai genitori della donna, anche loro insultati per la presunta cattiva condotta della figlia. Un’ossessione insostenibile che alla fine ha indotto la donna a temere per la sua stessa vita. E non a caso. L’estate scorsa – hanno svelato le indagini – il politico l’ha anche costretta a subire suo malgrado atti sessuali. Tutte circostanze riscontrate da inquirenti e investigatori che per questo hanno ottenuto l’arresto dell’uomo da oggi ai domiciliari per stalking e violenza sessuale.
E IL POLITICO VIOLA I DOMICILIARI PER DIFENDERSI Ma il politico, nonostante l’esperienza da amministratore pubblico, non sembra aver ben compreso cosa significhi l’ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi nei suoi confronti. Nonostante sia espressamente vietato da una serie di sentenze della Cassazione, Sciarrone in serata ha deciso di utilizzare il proprio profilo facebook per proclamare la propria innocenza. «Non sono uno stalker, non ho mai violentato nessuno!» scrive in un lungo post che si è preso la briga di modificare più volte. E se in una prima versione faceva appello a una sorta di dovere coniugale di medioevale memoria, sottolineando «non credo avessi necessità di farlo con la mia fidanzata», in un secondo tempo preferisce specificare che la suddetta sarebbe « rientrato da un viaggio a Napoli solo 5 giorni fa ed ho condiviso il mio ed il suo letto per centinaia di notti!». Nel suo lungo messaggio, con cui specifica di non avere alcun braccialetto elettronico e di essere «tranquillo come non mai a casa mia insieme e tra l’affetto dei miei familiari che mi hanno fatto ricordare cos’è davvero importante nella vita» il politico si difende sostenendo che «non sono mai riuscito a fare del male a nessuno al di fuori di me stesso! Dietro la dimostrazione di forza ho sempre nascosto la mia debolezza, la mia insicurezza, la mia fragilità!». Un messaggio che probabilmente non piacerà ai suoi legali, ma rischia di essere molto utile a investigatori ed inquirenti. Se a carico del politico c’è infatti l’accusa di aver fatto pressione sull’ex fidanzata, minacciando «di pubblicare dei video intimi che la ritraevano», lui stesso sembra quasi voler dar prova della fondatezza di quelle accuse proclamando «io non ho nulla da nascondere o che mi possa portare sensazione di vergogna. Ho tanto da dirvi e mostrarvi ancora: Foto, video, audio, immagini…che certo non dimostreranno la mia immoralità!». Ma specifica «potrò farlo, però, solo dopo aver ricevuto le necessarie autorizzazioni». Seguono ringraziamenti a chi ha mostrato solidarietà – pochini quelli che lo abbiano fatto pubblicamente, a dire la verità – per poi aggiungere « mi sento un uomo libero e limpido…sono altri a doversi nascondere per la vergogna». Ma per decisione del gip del Tribunale di Palmi, Sciarrone libero da questa mattina non lo è più.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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