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Ricettazione e riciclaggio di rame, tredici arresti a Cosenza

COSENZA Un’associazione dedita al riciclaggio di rame radicata e ben strutturata. Il procuratore aggiunto della Procura di Cosenza, Marisa Manzini, ha illustrato i dettagli dell’operazione “Bl…

Pubblicato il: 29/03/2016 – 6:04
Ricettazione e riciclaggio di rame, tredici arresti a Cosenza

COSENZA Un’associazione dedita al riciclaggio di rame radicata e ben strutturata. Il procuratore aggiunto della Procura di Cosenza, Marisa Manzini, ha illustrato i dettagli dell’operazione “Black out”, che ha portato all’emissione di 13 misure cautelari nei confronti di altrettante persone nelle province di Cosenza e Catanzaro. Contestati i reati di traffico illecito di rifiuti e associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione. All’interno di alcune società di autodemolizione cosentine sarebbero confluiti ingenti quantitativi di cavi di rame rubato a società operanti nel settore energetico, delle telecomunicazioni e dei trasporti. Il materiale sarebbe stato poi occultato e inviato ad altre società collegate, operanti in altre province, che lo avrebbero inserito nel mercato legale. Sono stati sottoposti a sequestro aziende e mezzi utilizzati per il trasporto. Si tratta di un’operazione congiunta della polizia di Stato e del Corpo forestale, coordinata dal procuratore capo Dario Granieri e dall’aggiunto Manzini. Quattro le persone finite ai domiciliari. Si tratta di Franco Carriere di Cosenza (43 anni); Francesco Bartucci di Cosenza (44 anni); Fabio Angelo Perri di Lamezia (44 anni); e Giuseppe Lucchino di Lamezia (34 anni). Altre nove misure cautelari sono state emesse nei confronti di: Silvio Ciardullo di Cosenza (33 anni); Adam Daniel rumeno (34 anni); Andrei Cotet rumeno (35 anni); Marcello Munegato di Castiglione cosentino 42 anni); Raffaele Carlini di Cosenza (56 anni); Marco Mauro di Cosenza (32 anni); Francesco Bevilacqua di Cosenza (23 anni); Rosario Bandiera di Lamezia (34 anni); e Giovannino Gallo di Lamezia (32 anni).
Le indagini – alle quali nel corso di due anni hanno collaborato anche i sostituti Salvatore Di Maio, Domenico Assumma e Domenico Frascino – hanno permesso di scoprire come all’interno delle aziende “Autodemolizioni Franco Carriere srl” e “F.lli Bartucci snc” di San Pietro in Guarano, nel Cosentino, confluivano ingenti quantitativi di cavi in rame prelevati furtivamente a società operanti nel settore energetico, dei trasporti, delle telecomunicazioni. Il materiale veniva poi destinato alla ditta Ecotek del Catanzarese. La refurtiva veniva portata alle aziende dai componenti dell’organizzazione. E – sempre secondo le indagini – il rame sia pulito che bruciato è stato individuato dagli agenti della squadra mobile e del corpo forestale attraverso numerose intercettazioni e immagini della video sorveglianza perché veniva sigillato in alcuni container al di sotto di uno strato di pneumatici fuori uso o nascosto in veicoli da demolire, accatastati nei piazzali delle aziende. Infine, veniva caricato su mezzi e occultato tra altri rifiuti e inviato alla Ecotek che provvedeva a inserirlo nel mercato legale.
«Oltre alle misure cautelari – ha spiegato l’aggiunto Manzini – sono stati sequestrati i mezzi che permettevano il trasporto del rame da una società del Lametino, la Ecotek, a Cosenza. Al momento non sono emersi collegamenti con la criminalità organizzata cosentina. L’emergenza dei furti di rame ha portato il ministero degli Interni a siglare un protocollo di intesa con Enel, Telecom e Ferrovie dello Stato proprio per tenere alta l’attenzione sul fenomeno».
Il questore Luigi Liguori ha delineato l’importanza del fenomeno: «Parliamo di tantissimi furti di rame. Gli stranieri sono una manovalanza in questi traffici, mentre – come dimostra questa operazione – venivano gestiti dalle aziende italiane. Questi furti hanno creato notevoli disagi anche a tante famiglie lasciandole senza energia elettrica.
Nei mesi scorsi un furto di rame ha lasciato isolata per tre giorni la popolazione nel tratto tra Paola e Cosenza». «Ecco perché – ha sottolineato il comandante del Corpo forestale Giuseppe Melfi – è stata fondamentale la sinergia investigativa e le intercettazioni». Altri dettagli sono stati illustrati dal capo della Mobile Giuseppe Zanfini: «L’attività è iniziata nell’autunno del 2014 quando la frequenza dei furti era diventata insostenibile e siamo partiti da una famiglia rumena che aveva rubato 127 chili di rame e poi abbiamo ricostruito tutta la rete. Nel corso delle indagini abbiamo sequestrato 6500 chili di rame. Il punto di riferimento dell’organizzazione, gestita da Carriere e Bartucci, era Perri amministratore della Ecotek. I furti sono avvenuti principalmente ai danni di Enel, Telecom e Ferrovie italiane. Il furto del rame ha creato dodici blocchi di oltre trenta minuti dei treni. Quindi, questi furti avevano creato un allarme quasi nazionale. Il rame veniva ripulito e poi venduto ad aziende del Nord che, probabilmente, erano all’oscuro di tutto». «Il rame – ha aggiunto il commissario della Forestale Adolfo Mirabelli – veniva portato, poi, in azienda con due modalità. E poi veniva occultato in modo fantasioso. Questa attività ha portato al sequestro di due mezzi. Carrieri usava la sua struttura per gestire tutto il traffico, utilizzando pure alcuni dipendenti che sono stati sottoposti a misure».

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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