Scura: «Oliverio non mi rivolge la parola»

CATANZARO «Oliverio non mi rivolge la parola dal 3 giugno». Dopo le parole al vetriolo del governatore, che ha definito fallimentare la gestione commissariale della sanità, arriva la replica piccata di Massimo Scura. L’ingegnere chiamato a guidare il comparto più nevralgico l’ha consegnata ai microfoni di Buongiorno Regione del Tgr Calabria. Dichiarazioni di buon mattino che probabilmente non avranno lasciato l’oro in bocca a Oliverio. Scura usa anche l’ironia: «Il rapporto col presidente? Non mi rivolge la parola dal 3 giugno, ma ultimamente è migliorato grazie a due mie lettere nelle quali lo invito a un confronto secondo me necessario, indispensabile nell’interesse della Calabria». Altrimenti il rischio è di avere due sanità: «Quella ufficiale, che è quella del commissario, e una pseudosanità che non può portare da nessuna parte perché non ha mezzi né risorse, quella di un dipartimento che, per legge, dovrebbe essere a supporto della struttura commissariale. Se invece fa altre cose significa che c’è qualcuno che ne ha la responsabilità». Il commissario non lesina insomma critica alle possibili interferenze politiche sulla sua gestione.
Scura ne ha anche contro i primari di Vibo che hanno rassegnato le dimissioni dopo la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale. «Sono finte dimissioni, fossimo alla Fiat sarebbero stati tutti licenziati in tronco per danno d’immagine all’azienda, cioè all’ospedale, e per la messa in allarme dei clienti, cioè i pazienti. Quella dei primari è stata una lettera politica, contro quella politica che, dicono, dal 2006-2007 ha depauperato la provincia di Vibo. Bisogna fare attenzione e leggere le cose per quelle che sono, e non per quello che si vuol fare intendere».
Ogni giorno ha la sua pena. E il suo bell’alterco tra Oliverio e Scura, più qualcun altro. 

p.bel.