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Sanità, al via la "rivoluzione timida"

REGGIO CALABRIA Sembra una rivoluzione ma non lo è del tutto. Fine del commissariamento entro il 2018 e Stati generali della sanità per combattere lo strapotere dei commissari: sono le proposte ava…

Pubblicato il: 31/03/2016 – 14:51
Sanità, al via la "rivoluzione timida"

REGGIO CALABRIA Sembra una rivoluzione ma non lo è del tutto. Fine del commissariamento entro il 2018 e Stati generali della sanità per combattere lo strapotere dei commissari: sono le proposte avanzate oggi in consiglio regionale dal governatore Mario Oliverio e dal centrosinistra, durante la (secondo molti tardiva) seduta dedicata alla situazione sanitaria calabrese. Nessuna insurrezione e nemmeno una “testa tagliata”, il dibattito tanto atteso (e tanto invocato) riserva più che altro interventi fiume e dichiarazioni d’intenti forse già sentite. L’acme è raggiunto con l’approvazione a maggioranza di un documento (astenuto Ncd, favorevole Forza Italia, contrari Cdl e Gruppo Misto) con il quale viene proposta al governo la rimodulazione del Piano di rientro nel senso di una maggiore flessibilità e la fine del commissariamento tra due anni, ovvero al termine del Piano operativo 2016-2018. L’ultimatum a Renzi, insomma, è infine arrivato, ma non è così perentorio come ci si poteva aspettare.

LA FILIPPICA Il bersaglio principale della filippica del governatore sono, ancora una volta, i commissari Massimo Scura e Andrea Urbani, accusati senza mezzi termini di aver “esautorato le funzioni della Regione” e di aver dato vita a una gestione “che ha raggiunto livelli inauditi di discrezionalità”. Oliverio (more solito) dice basta: “È arrivato il momento di invertire la rotta, i cittadini hanno il diritto di vedere tutelata la loro salute”. In aula, tra il pubblico, sono presenti la parlamentare 5 Stelle Dalila Nesci (che aveva chiesto e non ottenuto di partecipare al dibattito) e una delegazione dei sindaci.

STATI GENERALI Gli Stati generali, nelle intenzioni del governatore, saranno convocati nelle prossime settimane e vedranno il coinvolgimento di medici, pazienti, associazioni e ordini professionali. Con uno scopo: formulare una proposta di riorganizzazione della sanità da approvare prima in giunta e successivamente in Consiglio. Ma la meta più ambita è la fine del commissariamento, cioè l’esilio del “re” Scura. E infatti Oliverio ricorda la sua richiesta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di avviare una seria riflessione sui commissariamenti, che “in Calabria, Campania e Lazio hanno prodotto risultati disastrosi”.
“Tutti i verbali ministeriali – insiste – sanciscono il fallimento della gestione commissariale. Qui, dopo sei anni, inefficienze sprechi non sono stati eliminati, si sono anzi aggravati. La Calabria non garantisce i Lea, soprattutto a causa dei tagli indiscriminati. Si tratta di dati che dimostrano l’incapacità del commissariamento”.
Il governatore mette in fila i numeri e sottolinea, tra gli altri aspetti, l’incremento della mobilità passiva (dal 17 al 20%), la riduzione dei posti letto, il peggioramento degli screening oncologici. “È il segno di un progressivo peggioramento. Nulla è cambiato, non ci sono stati benefici né per i pazienti né per il servizio sanitario”. Oliverio parla anche di “approssimazione e superficialità” in relazione alla riorganizzazione della rete ospedaliera, a cui si aggiunge anche il mancato equilibrio nei conti, con un disavanzo che nel 2015 ha raggiunto i 55 milioni di euro.
Quindi, “solo una discontinuità e un forte processo di riforme permetterà alla Regione e alla politica di recuperare il ruolo di programmazione”.

I CONSIGLIERI Palle incatenate sui commissari arrivano pure da Giuseppe Graziano (Cdl), che definisce “scellerato” il piano sanitario di Scura. Vincenzo Ciconte (Pd) ribadisce invece la necessità di tornare a “programmare la sanità regionale”. Più duro l’intervento di Francesco Cannizzaro (Cdl), che stuzzica Oliverio: “Renzi a Scura non rinuncerebbe mai. Se costretto, sceglierebbe sempre lui e non il nostro governatore”. E poi “se Scura risponde solo ai ministeri, per Oliverio è proprio una missione disperata”. Il Piano di Scura, a parere di Giuseppe Mangialavori (Cdl) mette in luce le contraddizioni del Pd: “Quando Renzi è venuto in Calabria nessuno ha avanzato critiche, ci sono stati solo sorrisini, pacche sulle spalle e strette di mano. La Calabria è stanca di queste barzellette”. Sugli scudi Giuseppe Aieta (Pd), che difende Oliverio: “Stiamo lavorando per rendere normale questa regione. Il governatore, con il suo solito garbo, finora ha evitato lo scontro tra poteri, ma Scura deve iniziare a discutere col territorio e con i sindaci. La sua è un’incompatibilità di cui quest’Aula deve essere consapevole”.

TOCCA ALLA POLITICA? Piglio pragmatico per Fausto Orsomarso (Misto): “Uscire dal commissariamento non è la soluzione a tutti i mali, poi deve toccare alla politica”. Mimmo Tallini (Misto) dá un consiglio al governatore: “Organizzi un incontro al ministero e proponga un nuovo Piano di rientro”. “Scura non si occupa di numeri e questioni tecniche, ma fa scelte politiche”, sottolinea Orlandino Greco (Oliverio presidente), che invoca l’allontanamento del commissario e del suo vice. Anche Baldo Esposito (Ncd) rivendica il “primato della politica”, senza dimenticare di stigmatizzare la “discrasia tra dipartimento e commissari” e di auspicare l’apertura di un dialogo finora mai avvenuto. Nazzareno Salerno (Fi) critica la separazione dei poteri tra commissario e governatore, avvenuta perché “c’è un governo che è contro la Calabria e che mira a colonizzare questa regione”. Spietata la visione di Carlo Guccione (Pd): “Il nostro è un potere dimezzato, siamo costretti ad abbaiare al commissario di turno. Dobbiamo cambiare le regole d’ingaggio e creare le condizioni per uscire dal Piano di rientro”
È tutto. La “rivoluzione timida” può avere inizio.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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