SERRA SAN BRUNO L’acqua che sgorga dal rubinetto «è buona», ma per poterla bere bisogna avere un potabilizzatore a casa. È questa la sintesi del Santagati-pensiero. L’ex commissaria e dg dell’Arpacal, infatti, è stata intervistata da Giulio Golia nel servizio (qui il video), girato nell’estate scorsa e andato in onda giovedì sera, sull’invaso dell’Alaco, il bacino idropotabile situato nelle Serre vibonesi e gestito da Sorical che la Procura di Vibo ha posto sotto sequestro dell’inchiesta “Acqua sporca”, che ha coinvolto tecnici e dirigenti Sorical con l’accusa di avvelenamento colposo di acque. L’inviato de Le Iene ha ricostruito la vicenda intervistando diversi cittadini esasperati dalla scarsa qualità dell’acqua che arriva nelle case dall’invaso in questione, ha raccolto la testimonianza degli attivisti del Comitato civico Pro Serre e ha “affrontato” anche alcuni sindaci della zona. Ma il momento clou del servizio è stato senza dubbio rappresentato dal confronto con quelli che erano i vertici di Arpacal fino al novembre scorso. Golia non solo si è presentato di fronte a tecnici e dirigenti dell’Arpacal con le analisi prodotte circa due anni fa dalla stessa Agenzia regionale, che testimoniavano – oltre al famigerato caso del benzene o di quelli che sono stati successivamente definiti suoi derivati – la presenza nell’acqua di elementi chimici molto pericolosi per la salute umana come i trialometani, ma ha anche portato alla ex dg una bottiglietta d’acqua riempita in una casa di Serra San Bruno. La stessa Santagati ha ribadito che l’acqua proveniente dall’Alaco è buona, ma ha rifiutato di bere quell’acqua perché, a suo dire, nella casa in cui è stata riempita la bottiglietta «dovrebbe esserci un impianto di potabilizzazione».
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