Caro Mauro D’Acri, approfittiamo della sua disponibilità, manifestata pubblicamente con la lettera inviataci nei giorni scorsi, per evidenziare quanto fatto per contenere i danni, perdendo “solo” venti milioni di euro dei fondi comunitari stanziati per l’agricoltura rurale.
Ne approfittiamo rivolgendo a lei la domanda che da giorni attende, invano, una risposta da parte del governatore Mario Oliverio: chi ha vinto e con quale progetto la gara per comunicare la partecipazione dei vitivinicoltori calabresi alla imminente edizione 2016 di Vinitaly? Sappiamo che il dipartimento da lei coordinato ha emanato, ma solo il 7 marzo scorso, un bando «per l’individuazione di un operatore economico a cui affidare il servizio di comunicazione-animazione relativo alla partecipazione della collettiva regionale alla manifestazione Vinitaly 2016 tramite Mepa». Null’altro. Chiediamo lumi a lei.
Lei sa, infatti, nella sua veste di consigliere regionale chiamato a coordinare la task force per gli interventi in agricoltura, che tale gara ha avuto fin qui un andamento misterioso. Sa che la procedura seguita è stata a dir poco originale, neanche per la fornitura di armamenti si applica tanta riservatezza. Sa anche che tale gara ha pure registrato un singolare incidente mai chiarito: l’apertura delle buste con le offerte era fissata per il giorno prima della scadenza fissata per la presentazione delle offerte stesse.
Lei sa, onorevole D’Acri, che anche la scelta delle cinque, e solo cinque, aziende da invitare alla gara non è stata accompagnata da alcuna spiegazione: perché quelle, e solo quelle, invece di una gara aperta a tutti? Sa anche, onorevole D’Acri, che persino il presidente dell’Unioncamere calabrese, Michele Lico, ha preso le distanze da tale bando di gara definendolo, diverso da quelli utilizzati negli ultimi venti anni da parte della Regione Calabria?
Inoltre, onorevole D’Acri, lei era al fianco del presidente Mario Oliverio quando, il 13 novembre scorso, il governatore, accompagnato anche dallo staff del dipartimento Agricoltura (Carmelo Salvino, Giacomo Giovinazzo, Carmine Maio, Mario Caligiuri e Gennaro Convertini), assicurava ai vitivinicoltori calabresi che «già dal prossimo Vinitaly, la Calabria parteciperà alla fiera di riferimento con l’allestimento di uno spazio, impegnato per più anni, che dovrà rappresentare l’unità del comparto. Un vero e proprio passo in avanti per iniziare a marcare l’identità calabrese e combinare l’esperienza delle aziende più grandi con quelle di carattere generale. La creazione del marchio Calabria sarà il primo punto di una strategia di comunicazione e di penetrazione sui mercati. A costruire i contenuti del racconto del paesaggio, dei territori, della storia che si muove attorno al mondo del vino calabrese sarà una task force che coinvolgerà il dipartimento regionale ed i produttori».
All’appuntamento fieristico di Verona manca solo una settimana ma né il governatore, né la task force Salvino-Giovinazzo-Maio-Caligiuri-Convertini sembrano intenzionati a presentare ai calabresi il frutto del loro lavoro. Men che meno sembrano intenzionati a illustrare il piano di comunicazione che pure, sulla carta (e nei costi: 80mila euro), appare di tutto rispetto: realizzazione di un sito web, duemila brochure su vini e aziende calabresi, campagne pubblicitarie sui mass media regionali e nazionali, conferenza stampa di presentazione in Calabria, uno speciale televisivo. E poi lo sbarco sui media nazionali, con un’uscita su un quotidiano, uno spot e un’intervista telefonica su un’emittente radiofonica nazionale. E ancora eventi di degustazione, nove convegni da affidare alla conduzione di «almeno un giornalista/opinion leader, blogger di fama nazionale» (con almeno 15 partecipanti nel pubblico) e l’evento “Rosso Calabria” (che «dovrà prevedere la partecipazione di circa 50 persone, compresi i 10 giornalisti, blogger e opinion leader»).
E lei? Onorevole Mauro D’Acri, almeno lei è informato? Ha visto i progetti, ha chiesto notizie sulle procedure? Sa fornire indicazioni sull’azienda che dovrà realizzare quanto programmato?
direttore@corrierecal.it
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