Dal consigliere regionale Mauro D’Acri riceviamo e pubblichiamo:
Caro direttore,
fa bene ad approfittare della mia disponibilità che c’è sempre stata e non verrà meno sulla base di una premessa metodologica che per me equivale ad incontestabile sostanza: chi ha pubbliche responsabilità ed è impegnato nel governo della cosa pubblica deve quotidianamente, e naturalmente anche attraverso tutti gli organi di informazione, rispondere ai cittadini delle proprie scelte, del proprio operato, dei propri percorsi. Sono qui , dunque, a risponderle e di buon grado. Come Lei ben sa, essendo ben addentro alla storia ed ai fatti politici ed amministrativi regionali, io ho una precisa esperienza alle mie spalle; ero – e continuo ad essere – un agricoltore.
In questo periodo della mia vita ho scelto – con il conforto e su indicazione di un significativo numero di elettori – di assumere un incarico pubblico e politico e nell’assumerlo ho inteso ed intendo interpretarlo nel modo più lineare, rigoroso e trasparente; allo stesso modo lo ritengo un ruolo temporaneo ed a beneficio della Calabria e – in particolare – del sistema agricolo ed agroalimentare regionale. Venendo al merito delle sue richieste. Ha ragione nel dire che su mandato del presidente Oliverio mi occupo e da vicino dei temi che riguardano le scelte a sostegno del comparto agricolo; ma non mi occupo, evidentemente, delle procedure e degli aspetti burocratici e concreti. Sono assolutamente convinto che – diversamente da quanto accaduto in passato – i politici debbano impegnarsi solo ed unicamente degli indirizzi, gli aspetti operativi e concreti, lì dove peraltro si è sempre annidata la discrezionalità, sono di esclusiva competenza della struttura burocratico-amministrativa e tali devono rimanere. È un approccio che potrebbe apparire rivoluzionario alle latitudini calabresi ma quando – come nel mio caso – non si hanno interessi specifici da tutelare, santoni da venerare e santuari da frequentare tutto è naturalmente conseguente ed in piena aderenza alle leggi di questo Paese e di questa Regione. Quanto al bando “per comunicare la partecipazione dei vitivinicoltori calabresi alla imminente edizione 2016 di Vinitaly” concordo con Lei nel ritenere spiacevoli alcuni elementi, dall’errore materiale sulla data di apertura delle buste fino alla scelta limitata solo ad un numero ristretto di aziende tramite Mepa.
Il bando – nonostante queste considerazioni – è però assolutamente corretto, tanto nelle premesse che lo hanno determinato (gli indirizzi politici di cui le dicevo) quanto negli aspetti concreti (le competenze burocratiche che evidenziavo). Ciò non toglie – essendone i suoi risultati già pubblici – che per il futuro – anche in ragione della strategicità del settore agricolo regionale – tutto ciò che riguarda l’agricoltura e i fondi destinati al suo sostegno debba essere non solo corrispondente alle forme di pubblicità previste dalla legge (come avvenuto nel caso del bando in esame) ma sia sottoposta a forme di “discovery” assolutamente ampie ed universali.
Sa perché le dico questo? Perché a volte seguire pedissequamente la forma ed essere corrispondenti ai dispositivi di legge può, soprattutto in questa regione, non essere sufficiente; penso che su di noi, tutti e nessuno escluso, gravi l’obbligo non solo di “essere” ma anche di “apparire” pienamente rispettosi della legge, delle sue forme ma soprattutto della sua sostanza. Perché, diversamente, possono ingenerarsi i dubbi che lei efficacemente palesa nella sua gradita lettera. E perché – diversamente da quanto qualcuno potrebbe pensare – a pagarne per primi il prezzo “pubblico e politico” di responsabilità non direttamente proprie sono coloro i quali, io indegnamente ed il Presidente Oliverio innanzitutto, hanno sempre declinato e praticato il verbo della trasparenza.
Per concludere, quel bando è corretto ma la sua gestione poteva e doveva essere migliore anche considerando la forza e la lungimiranza con la quale il presidente Oliverio ha puntato sul comparto agricolo e, per stare al tema, sul Vinitaly e sulla necessità di una programmazione pluriennale.
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Grazie della sua attenzione e della rapidità della risposta, che tuttavia lascia inalterato il punto principale: quale azienda e attraverso quale progetto si occuperà di comunicare la partecipazione dei viniviticoltori calabresi al Vinitaly che si apre tra otto giorni? Conoscendola non ipotizziamo neppure per un attimo che lei abbia voluto eludere questa semplice ma centrale domanda, il che ci porta a concludere che neanche lei, a tutt’oggi, conosce progetto e attuatori del progetto e questo è un fatto gravissimo! Inoltre, la difficoltà a rispondere a questa semplice domanda la dice tutta sulla correttezza e la trasparenza scelte dai tecnici del dipartimento Agricoltura. In proposito siamo perfettamente d’accordo con lei sul fatto che il politico non si debba occupare della gestione tecnica di un bando di gara ma davvero sta accadendo questo? (pa. po.)
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