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Illeciti nella discarica, citata la Presidenza del Consiglio

CATANZARO È stata ordinata la citazione della presidenza del Consiglio dei ministri quale responsabile civile nel processo scaturito dall’indagine “Pecunia non olet” sui presunti gravi illecit…

Pubblicato il: 05/04/2016 – 19:43
Illeciti nella discarica, citata la Presidenza del Consiglio

CATANZARO È stata ordinata la citazione della presidenza del Consiglio dei ministri quale responsabile civile nel processo scaturito dall’indagine “Pecunia non olet” sui presunti gravi illeciti in materia fiscale e ambientale connessi alla gestione dell’impianto di smaltimento rifiuti di Alli, nel Catanzarese. Lo ha stabilito il tribunale collegiale di Catanzaro, presieduto da Tiziana Macrì, su richiesta delle parti civili, nel corso dell’udienza preliminare tenutasi martedì mattina. Sempre nel corso dell’udienza preliminare i difensori degli imputati, tra i quali gli avvocati Francesco Iacopino, Antonio Ludovico, Giuseppe Fonte, Vincenzo Savaro, Stefania Mantelli, Alessandro Rampinelli, hanno eccepito – sotto vari profili – il difetto di legittimazione di varie parti civili nonché (per alcuni imputati) l’incompetenza per territorio del Tribunale di Catanzaro. Una decisione contro la quale si sono schierati i difensori delle parti civili, tra i quali gli avvocati Nicola Cantàfora, Massimo Scuteri, Valerio Murgano, Simona Longo. Su tali eccezioni il giudice ha deciso di pronunciarsi nella prossima udienza, il 26 aprile, data nella quale si saprà se il processo sarà celebrato, per tutti gli imputati, a Catanzaro ovvero se, per come chiesto dalle difese, frammenti del processo prenderanno la via di Roma o, in alternativa, di Venezia, secondo le diverse prospettive e questioni oggi sottoposte allo scrutinio del collegio.

LA VICENDA L’inchiesta “Pecunia non olet” ha preso piede nell’agosto del 2011 quando la Guardia di finanza sequestrò beni per un valore complessivo di oltre 90 milioni di euro. La seconda tranche delle indagini prese piede il 14 ottobre seguente, quando i Carabinieri del Noe hanno sequestrato la discarica di rifiuti di Alli, e la terza al 17 novembre, quando un provvedimento cautelare fu eseguito a carico di sette persone – tutte della società “Enertech”, che gestiva la discarica di Alli fino a pochi giorni prima -, due delle quali finite in carcere, tre ai domiciliari, due sottoposte all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Tra gli imputati, devono rispondere di associazione a delinquere i vertici della società Enertech, l’imprenditore Stefano Gavioli, di Venezia, proprietario della società, ritenuto promotore del sodalizio, Loris Zerbin, di Campolongo Maggiore (Venezia), direttore tecnico della Enertech, l’amministratore di una delle società del gruppo della Enertech, Giovanni Faggiano, di Brindisi, l’avvocato della Enertech, Giancarlo Tonetto, 56 anni, di San Donà di Piave (Venezia), Enrico Prandin, 49 anni, di Rovigo, e il commercialista Paolo Bellamio.
Tra le altre ipotesi di reato, alcune estese anche a soggetti dipendenti della società e ad appartenenti all’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza ambientale della Regione Calabria, vengono contestati a vario titolo i delitti di frode fiscale, falso in atto pubblico, peculato, abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato, disastro ambientale e diverse altre contestazioni sempre in materia ambientale.

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