COSENZA Tutti assolti e una sola condanna. Il Tribunale di Cosenza ha assolto alcuni dirigenti dell’Azienda ospedaliera di Cosenza che avrebbero elargito parcelle d’oro a due avvocati di Reggio Calabria. Il collegio, presieduto dal giudice Enrico Di Dedda (a latere Lucia Marletta e Claudia Pingitore), ha condannato soltanto Paolo Siciliano (dirigente dell’ufficio legale) a un anno e sei mesi di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per il periodo della pena (ma con pena sospesa sia la principale che quella accessoria).
La sentenza di assoluzione è stata emessa, invece, nei confronti di Amedeo De Marco (direttore del dipartimento amministrativo); Francesco Maria De Rosa (direttore sanitario); Marco Aloise (direttore amministrativo) e Maria Rosaria Minnelli (responsabile del procedimento) per la quale già il pm Antonio Cestone aveva chiesto l’assoluzione. Secondo l’accusa, due avvocati del foro reggino – che dovevano rappresentare l’azienda davanti al Tar e al Consiglio di Stato per un contenzioso avverso a due progettisti – avrebbero percepito dei compensi eccessivi. Sempre secondo l’accusa, i due legali sarebbero stati “favoriti” perché in rapporti con Tilde Minasi (che specifica di non essere né imputata né indagata, né di essere mai «stata sentita quale teste in procedimenti celebrati innanzi il Tribunale Penale di Cosenza»), ex consigliere regionale e moglie del defunto Paolo Maria Gangemi, all’epoca dei fatti direttore generale dell’Azienda.
Responsabilità emerse dalla requisitoria del pm ma respinte dalle difese. Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Chiaia, Nicola Rendace, Ornella Nucci, Antonio Vanadia, Federico Jorio, Alessandra Fiorino, Salvatore Alfano ed Enrica Policicchio.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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