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«Stefania Frasca non può inquinare le prove»

COSENZA Non ci sarebbe il pericolo della reiterazione del reati. È questa la motivazione espressa dalla difesa di Stefania Frasca davanti a un nuovo Tribunale del Riesame. Gli avvocati Franz Caruso…

Pubblicato il: 05/04/2016 – 15:52
«Stefania Frasca non può inquinare le prove»

COSENZA Non ci sarebbe il pericolo della reiterazione del reati. È questa la motivazione espressa dalla difesa di Stefania Frasca davanti a un nuovo Tribunale del Riesame. Gli avvocati Franz Caruso ed Elena Florio, questa mattina, hanno chiesto al Tdl di Catanzaro di revocare la misura di interdizione temporanea dai pubblici uffici per il direttore generale dell’Asi di Cosenza. Frasca è sotto processo per un’inchiesta che riguarda la gestione del Consorzio di sviluppo industriale, nella quale sono indagati anche l’ex presidente dell’Asi, Diego Tommasi, e il responsabile dell’area contabile Antonio Carlo Rango. Frasca si è ripresentata davanti al Tribunale del Riesame dopo che la Corte di Cassazione aveva dato ragione ai suoi legali che avevano impugnato il provvedimento con il quale il Tdl aveva sancito l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per la manager cosentina. Gli ermellini hanno accolto il ricorso della difesa, ma hanno rinviato la decisione a una nuova sezione del Tdl di Catanzaro che deve rivalutare il ricorso presentato dal sostituto procuratore Domenico Assumma. Allo stato, però, cambia poco per la posizione dell’architetto: l’interdizione non c’è più ma per lei, nei mesi scorsi, è arrivata la sospensione decisa dal commissario dei Consorzi industriali calabresi, Giulio Oliverio (rispetto alla quale, dopo un altro ricorso presentato da Frasca, si pronuncerà il Giudice del lavoro).
Intanto, nel corso dell’udienza di oggi la difesa ha sostenuto che, considerato il tempo trascorso (sia dalla commissione dei fatti, sia dall’inizio della fase cautelare), la nomina del commissario straordinario e l’accorpamento delle Asi, la circostanza che Frasca ha adottato un provvedimento di liquidazione dei compensi ai revisori e il clamore mediatico della vicenda escludono il pericolo di reiterazione del reato. Per i legali, non ci sarebbe neppure il pericolo di inquinamento delle prove perché il processo è già iniziato, i documenti sono stati sequestrati e le persone informate sui fatti non solo sono già state sentite nel corso delle indagini, ma non sono più all’interno del consorzio. Il Tdl si è riservato la decisione.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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