LAMEZIA TERME «Quando faccio l’amore non parlo proprio, men che meno in dialetto». Enzo Paolini risponde così all’ironica domanda fatta dal direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni che ha intervistato il candidato a sindaco di Cosenza nel corso della puntata di Hashtag in onda mercoledì sera alle 21 su Libera 90 (canale 90 del digitale terrestre). La battuta di Pollichieni era riferita a un’altra battuta fatta da Lucio Presta, altro candidato alla carica di primo cittadino (punto sulla sua presunta scarsa cosentinità, il manager aveva risposto di rivelarla nella sua sfera sessuale). Senza se e senza ma Paolini spiega il perché della sua decisione di scendere in campo frutto della sua «sete di politica» e della prosecuzione di un discorso già intrapreso da anni e proseguito con la sua funzione di consigliere comunale a Palazzo dei Bruzi. L’avvocato Paolini non ha accettato le proposte di «un futuro politico» in cambio del suo ritirarsi dai giochi proprio per quella sua «sete di politica» e perché – aggiunge – «tutti abbiamo bisogno di un presente».
Mario Occhiuto, costretto alle dimissioni, decide di ricandidarsi e il centrosinistra si pone come competitor ufficiale con Presta come «terzo incomodo». Ma, all’improvviso, qualcosa cambia. «Fino alla famigerata riunione nella sede del Pd – spiega Paolini – tutti davano per scontato che avremmo usato le primarie per scegliere chi schierare. Poi, improvvisamente, il segretario provinciale del Pd e il signor Incarnato hanno presentato un documento a nome del partito nazionale che esclude le primarie e indica Presta come candidato unitario».
Da qui, una «serie di arcani misteri» ancora non risolti. Ma «adesso andiamo avanti lo stesso», assicura Paolini. che aggiunge: «Chiunque, sia a Cosenza che a Roma, dice che è stata una cosa disgustosa non fare le primarie a Cosenza». E alla domanda di Pollichieni sul perché non le hanno volute fare, Paolini risponde senza mezzi termini: «Perché non le avrebbero vinte nemmeno truccandole». Accordo con Gentile? «Ma in realtà non c’è stato mai disaccordo. È il Pd che si è staccato dalla coalizione di centrosinistra, noi siamo rimasti».
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