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L'Anticorruzione sconosciuta alle Asp calabresi

La sanità è un «terreno di scorribande da parte di delinquenti di ogni tipo, è un mondo su cui ci sono i maggiori interessi economici anche in tempi di crisi». Lo ha detto Raffaele Cantone, preside…

Pubblicato il: 06/04/2016 – 13:28
L'Anticorruzione sconosciuta alle Asp calabresi

La sanità è un «terreno di scorribande da parte di delinquenti di ogni tipo, è un mondo su cui ci sono i maggiori interessi economici anche in tempi di crisi». Lo ha detto Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, intervenendo al convegno dedicato alla prima Giornata nazionale contro la corruzione in sanità, in corso al Tempio di Adriano, a Roma. Cantone ha parlato di una sanità italiana dagli standard elevatissimi, «ma la corruzione abbassa il livello dei servizi». Nel 37% delle aziende sanitarie italiane si sono verificati episodi di corruzione negli ultimi cinque anni, e in circa un terzo dei casi non sono stati affrontati in maniera appropriata. Ad affermarlo sono gli stessi dirigenti delle 151 strutture sanitarie che hanno partecipato all’indagine sulla percezione della corruzione realizzata nell’ambito del progetto “Curiamo la corruzione” da Transparency International Italia, Censis, Ispe-Sanità e Rissc, presentata oggi. Il 77% dei dirigenti sanitari ritiene che ci sia il rischio concreto che all’interno della propria struttura si verifichino fenomeni di corruzione (e questo rischio è giudicato elevato dal 10% di loro). Sono gli acquisti di beni e servizi l’ambito a maggior rischio di corruzione nella sanità nella percezione dei dirigenti del settore. Sempre in fatto di percezione del fenomeno corruzione, l’area degli acquisti assorbe l’82,7% mentre la percezione di corruzione per la realizzazione di opere è al 66%, e l’assunzione di personale al 31,3%. Il report 2016 su questo fenomeno rileva inoltre che il 37,2% delle strutture sanitarie italiane ha fatto registrare un episodio di corruzione negli ultimi 5 anni, un episodio su tre non è stato affrontato in maniera appropriata.
Le regioni con la più alta percentuale di aziende sanitarie che non adempiono agli obblighi anticorruzione sono quelle centromeridionali: Molise al 100%, Calabria 88,9%, Campania 60%, Sicilia 57,9%. Quanto al capitolo sprechi ed inefficenze, si stima in un miliardo di euro il potenziale risparmio che si può ricavare nelle Asl per quelle voci di spesa non collegate all’efficacia delle cure. Da rilevare comunque che lo spreco ingiustificato è diminuito in media del 4,4% annuo dal 2009, ma va anche rilevato che in proporzione alla spesa complessiva questo spreco ingiustificato è rimasto purtroppo costante. Infine si reputa che ammonterebbe a un 30% l’entità delle risorse che si potrebbero liberare dalla spesa per pulizia, lavanderia, mensa se queste aree fossero gestite in maniera più efficiente, e quel 30% potrebbe quindi essere destinato ad una più efficace assistenza sanitaria.

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