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«La pubblicità della Regione fatta da peracottari»

Sulla rivista di bordo di Ryanair c’è la pubblicità della regione Calabria (che farà il giro dell’Europa) con tanto di loghi che indicano la sponsorizzazione della regione e non solo. Ora, la sciat…

Pubblicato il: 06/04/2016 – 11:46
«La pubblicità della Regione fatta da peracottari»

Sulla rivista di bordo di Ryanair c’è la pubblicità della regione Calabria (che farà il giro dell’Europa) con tanto di loghi che indicano la sponsorizzazione della regione e non solo. Ora, la sciatteria e il degrado di un paese le capisci anche da queste cose. Non so chi sia il grafico/pubblicitario/copy che s’è occupato di questa pagina ma immagino sia un bambino di otto anni o un alcolista o il nipote del cugino del fratello di un qualche assessore del turismo calabrese ma ditemi voi se è possibile che : a) il titolo sia un mesto arial bianco che si vede malissimo e non è manco centrato. b) velo pietoso sui puntini di sospensione in un titolo (con la minuscola dopo). b) nella scritta in fondo “sistema aeroportuale” sia scritto “sistema aeroportualeR”. 
Peracottari tutti. Chi ha incaricato dei peracottari, chi non ha visto gli errori dei peracottari e chi paga dei peracottari per lavorare con tutti i grafici/pubblicitari/copy bravi che fanno la fame. 
L’altro Paradiso non è la Calabria. E’ il posto in cui per questa mediocrità non c’è spazio. (la Calabria è una regione bellissima, merita di più. Ribellatevi amici calabresi.)
p.s.
Sì, magari anche le ciavatte sullo scoglio le avrei tolte, ecco. Pure il mezzo culo del tipo in mezzo, ecco.

selvaggia 2

Firmato Selvaggia Lucarelli, giornalista del Fatto Quotidiano, blogger e star dei social network. Che ha “beccato” la rivista con annessa pubblicità della Calabria sul volo e non ci ha pensato un attimo a mettere in evidenza quelle che, secondo lei, sarebbero le pecche del messaggio pubblicitario. Non poche, per la verità, con tanto di refuso finale (quella “r” aggiunta a “aeroportuale”).
Social scatenati: segue, ovviamente, dibattito. C’è Francesco C. che si dice sicuro che «mio cugino di 10 anni avrebbe usato Paint in un modo migliore». Oppure Flavia F.: «Sono una copy calabrese che fa la fame. Pensa come mi devo sentire a leggere e guardare queste cose…». Roberta B. si qualifica come un operatore del settore e analizza un altro aspetto della questione: «Purtroppo, quando si ha a che fare con le istituzioni, si ha a che fare con dinosauri che questa cosa qui la trovano bella. E se tu proponi qualcosa di poco più alto del dignitoso, ecco, ti dicono: ma questa cosa non è istituzionali». Non si contano le foto “alternative” (quella rappresentata nella pubblicità è dell’Arcomagno, a San Nicola Arcella) e gli apprezzamenti per la bellezza della Calabria, ma anche qualche critica. Come quella di Dania L.: «Il problema della Calabria sono i Calabresi! i miei lo sono e come molti si sono trasferiti al norde 40 anni fa per esigenze lavorative, ma le vacanze le hanno sempre passate nella loro terra. Ci sono patrimoni culturali,artistici e paesaggistici invidiabili, ma la superficialità ed il menefreghismo la fanno da padrona. La maggior parte dei commercianti tratta il turista come il pollo da spennare e non come un investimento,un potenziale passaparola, per quale motivo un grafico o un’agenzia pubblicitaria dovrebbe sbattersi quando la mentalità è : “Ma sì, tanto la Calabria è bella e si vende da sola”».

selvaggia

C’è chi si confessa sotto shock (Andrea R.): «Questa pagina l’ha finanziata l’unione europea. Cioè questi hanno preso soldi per il Piano di azione e coesione e come li utilizzano? Dando da mangiare a qualche parente (le ipotesi bambino e alcolista sono suggestive ma la Calabria sappiamo come funziona, al di là delle parole di circostanza tipo il nepotismo c’è anche al nord e bla bla bla). Ennesimo caso di provincialismo e di mancanza di professionalità». E chi offre le proprie foto per rimediare al torto (ma l’Arcomagno è un posto bellissimo, in ogni caso). Con un invito a utilizzare «questo post per dare visibilità alle cose belle della nostra regione invece di lamentarci sempre». Come non detto. Domenico M., più che lamentarsi della pubblicità si lamenta dei propri conterranei: «Da calabrese (ahimè!) posso dirti che quegli strafalcioni rappresentano in tutto e per tutto il modus operandi e la mentalità calabrese: menefreghismo, incompiutezza, zero controlli, approssimazione, supponenza di essere migliori agli altri… hai detto bene: “La Calabria è una regione bellissima”, il problema infatti non è la Calabria, ma i calabresi… solo un olocausto potrebbe salvare la Calabria dai calabresi». Un po’ hard come opinione, ma Domenico non è l’unico a pensarla così. Il guaio, per Elvira P., è che «la Calabria è bellissima (vero), ma è anche superficiale/sbagliata/mal gestita/e chi più ne ha più ne metta (purtroppo vero anche questo)». Bastasse correggere i refusi per cambiare le cose…

E IL CODACONS DENUNCIA Dopo i social arriva anche il Codacons. Che ha deciso di denunciare la pubblicità alla magistratura contabile, chiedendo di aprire una indagine per verificare se la pagina sia stata pagata dalla Regione Calabria e, in tal caso, quanto abbia speso l’amministrazione per commissionare e pubblicare una pubblicità realizzata in modo approssimativo e superficiale, che rischia di danneggiare seriamente il turismo locale. «Questa pagina pubblicitaria rischia di fornire una immagine distorta della Calabria e delle bellezze del territorio, a danno del turismo locale – scrive il Codacons –. Non sappiamo chi l’abbia realizzata e quanto sia costata, ma chiediamo oggi il suo ritiro immediato da ogni rivista o testata e con un esposto alla Corte dei Conti invitiamo la magistratura contabile a verificare chi abbia pagato il messaggio, quale società lo abbia realizzato e, qualora sia stato pagato con i soldi dei cittadini calabresi, chiediamo che venga disposto l’immediato recupero delle risorse spese».

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