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L'Istat: Calabria prima per omicidi e disoccupazione

LAMEZIA TERME Prima per numero di omicidi e per disoccupazione. L’immagine della Calabria che esce fuori dall’ultimo rapporto Istat “Noi Italia 2016” è preoccupante. Secondo il rapporto, l’inc…

Pubblicato il: 07/04/2016 – 9:22
L'Istat: Calabria prima per omicidi e disoccupazione

LAMEZIA TERME Prima per numero di omicidi e per disoccupazione. L’immagine della Calabria che esce fuori dall’ultimo rapporto Istat “Noi Italia 2016” è preoccupante. Secondo il rapporto, l’incidenza maggiore di omicidi continua a essere registrata al di sotto del Pollino, con la Campania che invece svetta per il valore massimo di rapine.

RAPINE IN CALO Il dato è in controtendenza con il resto d’Italia, dove sia gli omicidi sia le rapine sono in calo, ma a fronte di un aumento dei furti. Dal report Istat, riferito al 2014, risulta che i primi e le seconde si sono registrati rispettivamente in un numero di casi pari a 0,78 e a 64,5 per 100mila abitanti. In flessione invece i furti denunciati, soprattutto quelli in appartamento (420,9 per 100mila abitanti). È di sesso femminile il 31,1% delle vittime di omicidio, e nel 55% dei casi l’assassino è il partner o l’ex partner. A livello territoriale Umbria e Toscana presentano la percentuale più alta di vittime donne. Nel confronto con i paesi europei l’Italia si conferma in una posizione intermedia per questa tipologia di omicidio. In ogni caso il rischio criminalità si conferma uno dei problemi più sentiti dai cittadini: nel 2015 la quota di famiglie italiane che hanno percepito un elevato rischio di criminalità è salito significativamente (41,1% dal 30% del 2014), riprendendo il trend di crescita interrotto l’anno precedente.

LAVORO In Calabria, ma non è una novità, vanno malissimo anche i dati relativi all’occupazione. In Italia, nel 2015, il tasso di disoccupazione dei giovani 15-24enni scende al 40,3%, 2,4 punti percentuali in meno rispetto a un anno prima. Ma il livello massimo si registra nel Mezzogiorno (54,1%) e soprattutto in questa regione, dove arriva al 65,1% e fra le ragazze (58,1%).
Poco meno di sei disoccupati su dieci (58,1%) cercano lavoro da oltre un anno, in riduzione dal 60,7% del 2014. Il calo della disoccupazione di lunga durata interessa oltre la metà delle regioni e ha coinvolto soprattutto le donne. Il tasso di mancata partecipazione, che tiene conto di quanti sono disponibili a lavorare pur non cercando attivamente lavoro, si attesta al 22,5% nel 2015, in rallentamento di 0,4 punti sul 2014. La riduzione è leggermente maggiore nel Mezzogiorno, anche se in questa ripartizione il valore rimane più che doppio rispetto al Centro-Nord. Nel 2015 risultano occupate oltre 6 persone in età 20-64 anni su 10, ma è forte lo squilibrio di genere a sfavore delle donne (70,6% gli uomini occupati, 50,6% le donne) come il divario territoriale tra Centro-Nord e Mezzogiorno. Nella graduatoria europea relativa al 2014, solamente Grecia, Croazia e Spagna presentano tassi di occupazione inferiori a quello italiano mentre la Svezia registra il valore più elevato (74%).

IL WEB Calabria indietro pure per l’uso del web e della banda larga. Anche l’Italia registra un gap rispetto agli altri Paesi europei: la posizione nazionale è decisamente inferiore alla media Ue (75% nel 2014), solo Bulgaria e Romania fanno peggio di noi. Nel confronto europeo, anche la diffusione della banda larga nelle famiglie italiane è inferiore alla media dei 28 paesi (78% nel 2014), i valori più elevati si registrano nel nord Europa.
Secondo l’Istat, gli utenti di Internet nel nostro paese sono il 60,2% (circa 34 milioni 500mila persone), ma solo il 40,3% si connette quotidianamente. La totalità delle regioni del Centro-Nord ha livelli di uso di Internet superiori al valore nazionale, nel Mezzogiorno la quota è più bassa. L’uso della rete è fortemente collegato all’età, con una quota di utenti che decresce progressivamente dopo i 24 anni. Ad eccezione dei più giovani, l’uso della rete è ancora caratterizzato da forti differenze di genere. Riguardo la banda larga, dal 2006 è aumentata la quota di famiglie che dispongono di una connessione veloce per accedere a Internet da casa, con quasi due terzi delle famiglie che nel 2015 utilizzano una connessione a banda larga. Il Mezzogiorno, e in particolare la Calabria (56,6%), si trovano in posizione svantaggiata.

NIENTE SCUOLA Sono oltre 2,3 milioni (il 25,7% del totale) i giovani 15-29enni che nel 2015 non sono inseriti in un percorso scolastico e/o formativo e non sono impegnati in un’attività lavorativa. E, ancora una volta, l’incidenza è più elevata nel Mezzogiorno (in Calabria sfiora il 40%) e tra le donne (27,1%).
Tuttavia la quota è in calo rispetto all’anno prima: nel 2014 i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, erano il 26,5%. Il primo ribasso dall’inizio della crisi. Tra chi ha da poco varcato la soglia dei trenta anni risulta laureato uno su quattro. Nel 2015, rileva l’Istat, «il 25,3% dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario, un livello di poco inferiore al 26% stabilito come obiettivo per l’Italia ma lontano dal 40% fissato per la media europea». Quindi la quota di chi ha un titolo accademico sale, nel 2014 era al 23,9%, ma il target Ue, fissato nella Strategia Europa 2020, è distante.

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