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TSUNAMI RENDE | La Dda deposita nuovi atti

CATANZARO È durata oltre sei ore l’udienza davanti al Tribunale della libertà di Catanzaro per discutere l’istanza di scarcerazione presentata dai difensori di Sandro Principe, Pietro Ruffolo,…

Pubblicato il: 07/04/2016 – 16:35
TSUNAMI RENDE | La Dda deposita nuovi atti

CATANZARO È durata oltre sei ore l’udienza davanti al Tribunale della libertà di Catanzaro per discutere l’istanza di scarcerazione presentata dai difensori di Sandro Principe, Pietro Ruffolo, Giuseppe Gagliardi, Umberto Bernaudo e Rosario Mirabelli. I politici, finiti ai domiciliari il 23 marzo scorso nell’ambito dell’operazione denominata “Sistema Rende”, sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e di aver ricevuto il sostegno elettorale del clan Lanzino-Ruà. I difensori degli indagati (tra gli altri gli avvocati Franco Sammarco, Marco Amantea, Franz Caruso, Francesco Tenuta, Giovanni Merante, Francesco Calabrò) hanno portato all’attenzione del giudice elementi che dimostrerebbero l’estraneità dei loro assistiti ai fatti contestati, insistendo per la loro scarcerazione. Ma prima delle loro discussioni il procuratore aggiunto della Dda, Vincenzo Luberto, e il sostituto Pierpaolo Bruni – che firmano l’inchiesta sulle presunte collusioni tra ‘ndrangheta e politica a Rende – hanno depositato nuovi atti. Si tratta di un verbale con le dichiarazioni di Amerigo Castiglione, candidato a sindaco di Rende nel 2011 (che riguarderebbe la posizione dell’ex consigliere regionale Mirabelli), e una nota del segretario comunale di Rende relativa a una nomina a dirigente di Ernesto Lupinacci.

LE TESI DELLA DIFESA I legali hanno discusso per diverse ore le posizioni dei loro assistiti. In particolare, l’avvocato Franz Caruso (difensore di Ruffolo assieme al collega Francesco Tenuta) ha ribadito l’inesistenza di nuovi elementi sull’ex assessore provinciale rispetto ai fatti contestati e già giudicati da due Tribunali della libertà e da due diverse sezioni della Cassazione nell’inchiesta del 2012. Si tratta – hanno commentato gli avvocati Caruso e Tenuta al termine di un’udienza fiume – di una «fotocopia della vecchia inchiesta. Questo abbiamo sottolineato davanti al Tdl oggi. L’unico elemento di novità, se così si può definire – hanno aggiunto i legali di Ruffolo – è un’intercettazione in cui De Cicco parla di un elenco, preparato da Principe, con le persone da assumere nella cooperativa e che sarebbe stato portato da Ruffolo il quale a quell’elenco avrebbe aggiunto alcuni nomi. E abbiamo detto tutto». Totale estraneità alle accuse contestate è stata espressa pienamente anche dai legali di Principe, gli avvocati Sammarco e Amantea, e da tutti gli altri difensori che hanno parlato di accuse inesistenti. L’avvocato Sammarco ha depositato degli atti relativi alla difesa di Principe. 

LUNEDI’ LA DECISIONE Il presidente del Tribunale del Riesame, Valea, ha comunicato all’accusa e alle difese, che lunedì prossimo, 11 aprile, scioglierà le riserve sulla richiesta di scarcerazione. Richiesta sulla quale ancora non si è espresso il gip Carlo Ferraro, al quale era stata avanzata dalle difese nel corso degli interrogatori di garanzia. 
Nella stessa inchiesta sono coinvolti anche alcuni presunti esponenti della cosca Lanzino-Ruà: per loro il gip lo scorso 23 marzo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Si tratta di Michele e Umberto Di Puppo (difesi dall’avvocato Marcello Manna); di Adolfo D’Ambrosio (difeso dall’avvocato Cesare Badolato), e di Francesco Patitucci. Secondo l’impianto accusatorio, il clan avrebbe procacciato voti per l’ex sottosegretario al Lavoro Sandro Principe e per gli altri politici indagati che farebbero parte della coalizione del «rais di Rende» e in cambio avrebbero ottenuto favori, denaro e anche assunzioni in cooperative del Comune. 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

 

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